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Le recensioni di Bruno Elpis

Il dono del buio di V.M. Giambanco (qlibri)

coverIl nostro lato oscuro

In questo thriller, che in diversi paesi ha scatenato vere e proprie aste per l’acquisto dei diritti, operano “il sergente investigativo Brown e il detective Madison, della squadra omicidi di Seattle”. Quest’ultima, la protagonista, si chiama Alice: è psicologa criminale, ha una personalità complessa (da piccola ha rischiato di compiere un parricidio) e possiede straordinarie capacità di concentrazione (“Ti vedo, pensò Madison”): al punto che torna spesso sul luogo del delitto, per immaginare come si sia svolto: “Si disse che avrebbe chiuso gli occhi per un minuto soltanto. Un minuto e poi li avrebbe riaperti”.
Il reato è una vera e propria strage familiare: “Tutti bendati. Tutti con una croce sulla fronte disegnata col sangue”. E reca un’oscura, ulteriore minaccia e una scadenza: “Sul legno bianco laccato erano state incise due parole … Tredici giorni…” Le vittime sono “James  … un fiscalista e Annie una maestra”, con i due figlioletti.

L’assassino aveva scelto l’abitazione dei Sinclair come teatro delle proprie gesta, come un modo per comunicare con loro”.
Dell’omicidio plurimo viene subito sospettato John Cameron (“Abbiamo trovato un assegno da venticinquemila dollari diviso in due: metà nello studio e metà nel cestino della cucina”), che è altresì indiziato di un triste precedente (“Sulla Nostromo sono morti in cinque. Due poliziotti, tre ex carcerati. Ha tagliato la gola a tutti, lasciandoli morire dissanguati”). “Ormai John Cameron era entrato di dritto nell’elenco dei dieci latitanti più ricercati”.
A complicare le cose, un antefatto che lega l’assassinato Sinclair al presunto colpevole Cameron e al suo avvocato Nathan Quinn: “Il 28 agosto 1985, tre ragazzini erano stati rapiti mentre stavano pescando in un parco, a Ballard. Si chiamavano David Quinn, di tredici anni, James Sinclair, suo cotaneo, e John Cameron, di dodici”.
 “… Con il senno di poi John era certo che si fosse trattato di un tentativo di estorsione finito male”.
Il thriller si sviluppa in modo scenografico anche grazie all’esperienza cinematografica dell’autrice. La dimensione psicologica è fondamentale nello scolpire personaggi che agiscono in modo vitale e drammatico.
I fatti sono sorretti da un’attenta analisi dei particolari nella ricostruzione poliziesca delle complesse connessioni tra eventi criminali, responsabilità e tragedie personali.
Il romanzo ha tutte le premesse per soddisfare i palati più esigenti, che sono alla ricerca di un livello di sofisticazione sempre crescente nelle proprie letture di romanzi di tensione.

Bruno Elpis

http://www.qlibri.it/recensioni/gialli-narrativa-italiana/discussions/review/id:34098/