Le recensioni di Bruno Elpis
Il dono del buio di V.M. Giambanco (Malgradopoi)
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- Scritto da Bruno Elpis
Si tratta di un thriller carico di tensione e azione, sorretto da un’intelaiatura psicologica e scientifica nella costruzione di personaggi e situazioni particolarmente adatte a lettori esigenti e sempre in cerca di novità.
La sinossi la affidiamo a uno dei personaggi, “Harry Salinger, nato con un gemello che era morto quando lui era un ragazzino; il padre era un poliziotto, la madre deceduta per un’overdose accidentale da farmaci”.
“La storia aveva avuto inizio quando Harry Salinger non era stato accettato all’accademia di polizia; due giorni dopo, era stato arrestato e condannato al carcere. Mentre stava scontando la pena, un detenuto era stato ucciso, legato e bendato, esattamente come nell’assassinio di Blueridge. Uscito di galera, Salinger aveva iniziato a lavorare al The Rock (ndr: il ristorante) dove era venuto a contatto con John Cameron, Nathan Quinn e i Sinclair …”
L’indagine origina da un omicidio orrendo e plurimo (una strage familiare) ed è affidata al “detective Madison, della squadra omicidi di Seattle”: l’affascinante Alice Madison, donna dalla personalità complessa e psicologa criminale. Un delitto che sembra affondare le proprie radici nel 1985, quando tre ragazzini furono rapiti e uno di loro perse la vita (“Una volta John aveva visto un bambino colpito da un attacco d’asma, e i rantoli dell’amico erano anche peggio”).
In occasione dell’uscita in anteprima mondiale de “Il dono del buio”, intervistando l’autrice V.M. Giambanco ho avuto occasione di chiederle: “Come mai un’autrice nata a Roma, cresciuta a Firenze e a Milano ha scelto per la sua opera d’esordio un’ambientazione americana? Come mai Seattle?” Questa è stata la sua risposta: “Ho famiglia lì, ci ho vissuto. La città è meravigliosa e cosmopolita, era l’ambiente perfetto per la mia storia. Sia per gli aspetti urbanistici, sia per il contesto naturale nel quale la città si colloca. La natura circostante è meravigliosa e, separati da pochi chilometri, troviamo tutti gli ambienti: il mare, il fiume, il lago, la foresta…”
E allora vediamoli i luoghi che costituiscono l’ambientazione della storia.
“Alki Beach era deserta, a quell’ora del mattino”.
“Si diresse con una corsa leggera verso il bagnasciuga … Nel giro di qualche istante, il mondo si sarebbe limitato al rumore delle onde sulla battigia e dei suoi piedi che calpestavano la sabbia”.
“Nella semioscurità lungo le sponde dell’Hoh River, a tre ore d’auto da Seattle, un uomo corre in mezzo ai boschi”.
“La pioggia tracciava righe sottili lungo il Puget Sound e il porto…”
“… rimaneva seduta per ore a fissare i flutti e Vashon Island…”
Bruno Elpis
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