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Le recensioni di Bruno Elpis

Igiene dell’assassino di Amélie Nothomb (qlibri)

coverScandalosa Nothomb: la sindrome di Michael Jackson L’ottuagenario Prétextat Tach sarà anche premio Nobel per la letteratura, ma è insopportabile (“un grasso eunuco grafomane”). Gli rimangono pochi giorni di vita, in quanto è affetto dal ‘cancro delle cartilagini’. Produce una letteratura “più nociva della guerra” ed è disgustoso: mangia “trippa fredda di mattina”, fa colazione con “latte di gallina”, pranza a suon di “frittelle di cervello, stracotto di rognoni”, adora le “polpettine di maiale cotte nello strutto, o grasso rappreso, lardo crudo …” E vi risparmio il resto. Operazione pia che la Nothomb non compie, perché sa sempre come tirar la corda!
Tentano di intervistare l’impossibile personaggio quattro giornalisti. “Ci terrorizza tutti, e me per primo, ma … questa maschera aggressiva è una civetteria: gli piace giocare all’obeso impassibile e crudele per nascondere una sensibilità a fior di pelle”. Tutti falliscono. Riesce nell’impresa la quinta giornalista: una donna che ingaggia con lo spregevole individuo un alterco senza esclusione di colpi.

I due antagonisti parlano di letteratura: “Il sommo della raffinatezza è vendere milioni di copie e non essere letto”. Come Omero, per intenderci.
I due parlano di donne (“Tota mulier in utero”) e di femminismo. Tach non si professa misogino: di più! “Odio le donne ancor più degli uomini … prima di tutto perché sono brutte”.
Il mio disgusto di lettore è stato provocato anche dall’antiestetica dissertazione sugli organi dello scrittore.
Poi il dialogo, sempre più serrato, si concentra sull’unica opera incompiuta dello scrittore: “Igiene dell’assassino”. La giornalista bluffa ed estorce una confessione su una storia allucinante di acqua, sangue e fuoco. Da ricondurre forse … alla sindrome di Michael Jackson.
“I premi Nobel per la pace sono spesso assassini, ma i premi Nobel per la letteratura lo sono sempre”.
“Scrittore, assassino: due aspetti di uno stesso mestiere, due coniugazioni di uno stesso verbo”.
Amélie Nothomb, bad girl della letteratura, dissacra. Consacrandosi iconoclasta. E’ paradossale. Geniale. E scandalosa, ma non nell’accezione che attribuiscono a questo termine i benpensanti: piuttosto, nella concezione di Kierkegaard. Per il filosofo lo scandalo è qualcosa che si oppone alla ragione. O il risultato dello scontro di categorie opposte. E scandalizzarsi significa non accettare il rischio e l’incertezza.

Bruno Elpis

Amici di Qlibri!
In quest’opera della Nothomb si parla tanto di lettori. E anche di recensioni.
Vi sono i “lettori rana. Costituiscono la stragrande maggioranza” … “attraversano i libri senza prendere una goccia d’acqua”. Perché spesso “lo pseudo lettore, bardato del suo scafandro, passa in assoluta impermeabilità attraverso le mie frasi più sanguinose”. Pochi sono i lettori “nel senso carnivoro del termine”.
E noi, che razza di lettori siamo?
Quanto alle recensioni, vi do un avvertimento. Amélie, per bocca di Tach, le ritiene troppo protese a scovar metafore e simboli: “Posso permettermi di scrivere le verità più rischiose, in esse non si vedrà mai altro che metafore”.
Uomo avvisato, mezzo salvato.

http://www.qlibri.it/recensioni/romanzi-narrativa-straniera/discussions/review/id:33171/