Le recensioni di Bruno Elpis
Il piccolo principe (qlibri)
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- Scritto da Bruno Elpis
Il bambino, la volpe, la rosa
“Je crois qu’il profita, pour son évasion, d’une migration d’oiseaux sauvages”.
Il piccolo principe è il fanciullo che – nonostante i casi della vita, nonostante il procedere degli anni, nonostante le contaminazione e le disillusioni – permane nel nostro cuore. E’ il bagliore dell’innocenza che scorgiamo vivo in noi, il fuoco del nostro desiderio di amare e di essere ricambiati.
L’autore percepisce questa verità nel silenzio del deserto, nella solitudine, guardando in faccia alla morte durante un incidente con il suo aereo. E la verità ha il volto di un bambino che vola da un pianeta all’altro. Un bimbo che colloquia con personaggi come il re, l’uomo che accende i lampioni o l’uomo d’affari. Un ragazzino che insiste con le domande (e non desiste, una volta che le ha poste: come tutti i bambini!) e che nutre un amore struggente per la sua rosa bellissima e vanitosa. Bellissima e vanitosa come ogni amore che si rispetti.
Pagine indimenticabili di un libro che ho letto in italiano e in francese, di un soggetto che ho visto rappresentato a teatro. Un’opera che ogni volta rivela un aspetto nuovo, coinvolgente, nelle mille sfaccettature della sua complessa e disarmante semplicità.
Mi piace anche variarne il tema, a partire da singole frasi di quest’opera. O da un incontro, come quello con la volpe. Un esercizio che spesso faccio (reinterpretare), quando leggo. Per vivere attivamente quello che leggo. Questo è il risultato, lo so, modesto. Ma mi consente di rievocare passaggi indimenticabili e indimenticati. Provateci anche voi, è soltanto un gioco.
“I campi di grano non ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai capelli color dell’oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il suono del vento nel grano…”
La volpe tacque e guardò il piccolo principe: “Per favore … addomesticami”, disse. Mi guardai attorno.
Io, i campi di grano li avevo lì, di fronte a me.
E ne ero completamente soggiogato.
Non avevo bisogno di essere addomesticato.
Un soffio di vento sibilò pervadendomi, chiusi gli occhi, mi lasciai trasportare e capii che avrei potuto essere, per un momento, completamente felice.
Se avessi allontanato da me quel senso di minaccia e paura.
Bruno Elpis
http://www.qlibri.it/recensioni/classici-narrativa-straniera/discussions/review/id:33098/