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Le recensioni di Bruno Elpis

Dracula ed io di Gianluca Morozzi (i-libri)

coverCosa succede se Dracula abbandona la Transilvania e si manifesta a Bologna? L’esperimento è il tema di Dracula ed io di Gianluca Morozzi, che ambienta nella città felsinea una vicenda humour-horror con un protagonista irrituale: un vampiro che sfida i cliché (“Dracula aveva impiegato qualche secolo a imparare a uscire in pieno giorno senza danni”), le mitologie (“Lo aveva sempre divertito l’idea romantica del vampiro che dorme nella bara”) e le dicerie (“Come quelle altre sciocchezze sull’aglio, la croce, il frassino e gli specchi”), ferme restando la vocazione (“Dracula aprì la dispensa: c’erano fiale di sangue in numero tale da sfamare non solo lui, ma tutti i figli ancora vivi che aveva sparso per il mondo”) e le proprietà del personaggio (“Se fosse diventato nebbia, il pezzo di metallo in testa che lo devastava di dolore… sarebbe caduto per terra lasciandolo libero”). 

L’io narrante è Lajos, figlio di uno scrittore famoso alla ricerca di una propria identità letteraria con l’avvenente e ambigua editrice Maddalena: abita in un palazzo maledetto, frequenta con i coinquilini Betty, Diana, Lobo e Orrido (“Saremo un’unica, splendida famiglia felice… sembra… l’undicesima stagione di Friends”) una bettola nel Quadrilatero (“Il Quadrilatero è bello e suggestivo, ma quelle vecchie stradine…”), gestisce la fumetteria Batcaverna coadiuvato dalla sensuale Henna (“Essendo la prima volta in assoluto che Henna e io avevamo un contatto fisico, l’evento aveva irrorato all’istante i miei corpi cavernosi”). 

La vita di Lajos incrocia una delle vite del condomino Vlad alias Dracula (“Una sorprendente somiglianza con l’interprete di Iron Man… il sosia di Robert Downey Jr.”), che periodicamente - il 23 agosto di anni determinati dal lancio del dado - incontra l’ambivalente Indaco (“L’assassino conosceva la particolarità di Indaco, la resurrezione a senso invertito?”) proprio nell’osteria delle Tre spade, gestita da Ringo nel vicolo di Mezzo. 

Introdotto da una scena splatter (“Jadel Piva spalanca gli occhi, fissando le proprie budella  esposte all’aria, lì, davanti a lui”), il romanzo si snoda tra situazioni surreali e omicidi (“Jadel Piva, il ginecologo, viene trovato con un buco nella pancia e gli intestini srotolati. Oggi una donna incinta ricompare morta e senza più il bambino… Cos’è, il serial killer della pancia?”) che sembrano avere una matrice comune ascrivibile a un serial killer (“Dopo tre madri e tre bambini morti o spariti in un week end, il nome di Erode non suona poi male per definire il killer”) che s’ispira agli atroci destini delle consorti di Dracula (“Lettera dopo lettera, con calma degna di un antico amanuense, incide un altro messaggio per Dracula”). 

Molto divertente il doppio finale: con doppia sorpresa e con appuntamento alla prossima puntata! 

Bruno Elpis 

http://www.i-libri.com/libri/dracula-ed-io/