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Le recensioni di Bruno Elpis

La musica provata di Erri De Luca (Malgradopoi)

Ciascuno di noi, credo, ha una propria colonna sonora: generalmente composita, fatta di musiche e canzoni che rappresentano la dimensione acustica alla quale si agganciano momenti felici o dolorosi, importanti o significativi, della vita. 

Non sfugge a questa regola Erri De Luca e ne “La musica provata” ci confida quale sia il suo percorso musicale, assumendo come centrali le vibrazioni che provengono dalla sua terra d’origine: “Ho avuto un’infanzia involontariamente musicale. Napoli suonava su strumenti a corda e risuonava cupa, effetto di grotte e cavità del sottosuolo scavato, crivellato”.
Un’ottima premessa (“Vengo da questo arrangiamento musicale della mia superficie meridionale e terrestre”), che tuttavia s’innesta su una scarsa predisposizione naturale (“Ero stonato, una delle mie tante inadempienze verso il luogo d’origine”).
Di Napoli (“Roberto Murolo, l’interprete migliore, per me, della canzone napoletana”) non si può parlare senza citare “O sole mio”: “La musica della più famosa canzone napoletana e forse del mondo non fu ispirata dal sole sbucato alle spalle del Vesuvio, ma dal sorgere di un’alba sul Mar Nero nell’aprile del 1898. Il suo compositore, Eduardo Di Capua, si trovava a Odessa….” 

Il percorso di Erri De Luca è originale: passa attraverso una terrificante esperienza al concerto di Bob Dylan (“Carlo Feltrinelli, mio ostinato editore, è un collezionista di concerti di Bob Dylan”), le sinistre sinfonie belliche (“Belgrado… sentivo battere la più potente grancassa della mia vita”), i canti di lavoro degli operai, della donna di servizio, dei muratori: “Non era allegria. Era lo sfiato musicale del corpo sotto pressione costante…”
E perviene a una consapevolezza finale: “Il corpo è il più antico strumento musicale”. 

Bruno Elpis

http://www.malgradopoi.it/recensioni/la-musica-provata-di-erri-de-luca