Le recensioni di Bruno Elpis
Pulp di Charles Bukowski (qlibri)
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- Scritto da Bruno Elpis
Viaggio in nessun posto, sotto la luna
L’incarico iniziale: “Voglio Céline, disse, devo averlo”.
Una committente d’eccezione: la Signora Morte.
La tariffa richiesta: “6 dollari l’ora”.
L’incaricato (“Assolutamente, grassone”): “Ero Nicky Belane, investigatore privato”, “L’investigatore più dritto di L.A.”
Stato civile: “Sposato tre volte, tre volte divorziato”.
Età: “Eccomi lì, a 55 anni, ancora a brancolare nel buio”.
Profilo psicologico del protagonista: “Quindi eccomi lì. Seduto ad ascoltare la pioggia. Se fossi morto in quel momento nel mondo intero non si sarebbe versata neppure una lacrima”.
“Pulp”, l’ultima opera di Charles Bukowski, è una storia che interpreta il genere del quale porta il nome: “un pasticcio” sia sul piano narrativo, sia dal punto di vista del risultato estetico.
La narrazione celebra il trionfo di situazioni assurde (“Céline è morto. Era nato nel 1891”), perché gli incarichi improbabili si moltiplicano (“Sto cercando di rintracciare un certo Passero Rosso. Lei ha qualche idea di dove posso trovarlo?”) e si intersecano (“Qualcuno ha visto Cindy, Céline o il Passero Rosso?”), producendo situazioni paradossali (“Il Passero Rosso. Era come la ricerca del Santo Graal”) e surreali (“La persona stesa nella bara ero io”) tra identità impossibili (“Louis Ferdinand Destouches, 1894”), metafisiche (“La signora morte era in estasi… Aveva un aspetto magnifico, raggiante”) ed extragalattiche (“Ti arruolo per la nostra causa, la causa di Zaros.. Stiamo ancora rivedendo il piano per occupare la Terra”).
Nella narrazione troviamo disseminati aforismi sulla vita (“E’ quando capisci che sei vecchio, che stai lì seduto a chiederti dove va a finire”) e sul suo senso (“C’era la luna e la mia vita stava andando lentamente in nessun posto”). Ma è a un’aliena che Bukowski affida il messaggio più inquietante:
“Che cosa è troppo orribile, Jeannie? La Terra. Lo smog, gli assassini, l’aria avvelenata, l’acqua avvelenata, il cibo avvelenato, l’odio, la mancanza di speranza, tutto. Sulla Terra l’unica cosa bella sono gli animali, e stanno eliminando anche loro, presto scompariranno tutti, tranne i topi e i cavalli da corsa. E’ molto triste, non c’è da meravigliarsi, se bevi tanto”.
Bruno Elpis
http://www.qlibri.it/recensioni/romanzi-narrativa-straniera/discussions/review/id:45682/