La chiave d’argento
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- Categoria: H.P. Lovecraft
- Scritto da Bruno Elpis
“The silver key” è un racconto di fantasia e sembra esprimere la convinzione di Lovecraft che il reale può essere percepito soltanto con mezzi magici: in forma onirica e simbolica, attraverso le perdute gioie dell’infanzia.
Protagonista è Randolph Carter con i suoi sogni.
“Vi sono intrecci di tempo e spazio, visione e realtà, che soltanto un sognatore può intuire; e per quel che so di Carter, sono convinto che egli abbia semplicemente trovato un modo per attraversare quei labirinti.”
Nel sogno sembra materializzarsi una forma di sopravvivenza, che fa affermare: “… Non credo sia morto.”
E anche una sorta di persistenza comunicativa: “… M’aspetto di vederlo in una città dei sogni che entrambi visitiamo spesso …”
Ma com’è la città dei sogni?
Naturalmente ha una fisionomia fantastica e colorata. E struttura reticolare. Ed è popolata da strane creature: “… Si dice che un nuovo sovrano regni sul trono di opale di Ilek-Vad, la favolosa città turrita sulla sommità delle irreali scogliere di cristallo, che sovrastano il mare crepuscolare dove gli Gnorri barbuti e provvisti di pinne costruiscono i loro bizzarri labirinti”.
E la chiave d’argento, cosa rappresenta?
? strumento magico che funge da trait d’union: “… Nei suoi criptici arabeschi può darsi che siano simboleggiati i disegni e i misteri di un universo cieco e impersonale.”
Come dire che la realtà sommersa e parallela dei sogni è infinitamente più ricca della vita reale.
E come dare torto a H.P. Lovecraft?
Bruno Elpis
http://lettoriautori.altervista.org/lc10.htm