Intervista a Dacia Maraini, nell’occasione della pubblicazione del suo ultimo romanzo: “ Chiara di Assisi. Elogio della disobbedienza”
Intervistare Dacia Maraini, protagonista indiscussa di una letteratura contemporanea della quale andiamo fieri, è una responsabilità. Ma è anche, e soprattutto, un piacere, dopo aver letto un’opera come “Chiara di Assisi. Elogio della disobbedienza”. Per alleggerirmi almeno in parte della responsabilità, decido di proporre le mie domande traendole, in senso letterale, attraverso citazioni, dal romanzo medesimo. Che pullula di quesiti: alcuni ricevono riposte esplicite nel corso della narrazione, altri sembrano ottenere soddisfazione implicita, altri ancora rimangono sospesi, forse insolubili. A testimoniare la complessità culturale di un’icona del nostro tempo.
1) “Perché vuole che io scriva di Santa Chiara? E perché mette di mezzo me che sono così lontana dai santi?” Dacia Maraini scrive un romanzo su “Chiara di Assisi” stimolata da una ragazza siciliana che porta lo stesso nome della santa… Come nasce questa idea dal potente valore simbolico, che crea una forte connessione con l’attualità?
Nasce da una lettera vera che ho ricevuta, come ne ricevo tante, che mi proponeva qualcosa di simile. Ho preso lo spunto da quella lettera. Anche se poi ho romanzato il personaggio e alla fine è diventato del tutto immaginario.