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Le recensioni di Bruno Elpis

Blackout (Qlibri)

Un “blackout” fulmina la corsa di un ascensore, che rimane bloccato tra il decimo e l’undicesimo piano di una torre nella squallida periferia di Bologna: “un mostro bianco di venti piani dalle linee curiosamente arrotondate. Che sorge di fronte a un identico mostro bianco arrotondato …”

Blackout, recensione di Bruno Elpis

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Il paziente di Nicci French (i-libri)

Nicci FrenchHo letto “Il paziente”, thriller psicologico scritto da due giornalisti inglesi, Sean French e Nicci Gerrard, coniugi che hanno fuso la loro identità nello pseudonimo di Nicci French. E’ una storia che percorre il ricco filone del quale fanno parte anche romanzi di successo come “La psichiatra” di Wulf Dorn o “L’ipnotista” di Lars Kepler.

E ho letto questa storia al ritmo delle evocazioni cinematografiche che il romanzo mi ha indotto.
La mia passione per lo ‘psico-dramma’ di tensione affonda le sue radici in due film in bianco e nero di Hitchcock: “Io ti salverò” e “Marnie”, che ho visto da adolescente e mi hanno molto impressionato.
Nel primo, corre l’anno 1945 e Ingrid Bergman veste i panni della dottoressa Constance Peterson. John Ballantines (Gregory Peck), è pesantemente sospettato di omicidio, ma la tenace dottoressa, per puro amore, crede nella sua innocenza e intende guarirlo da una grave amnesia e da una strana fobia: sì, perché il giovanotto perde i sensi al sol vedere linee scure parallele su fondo bianco ... Curiosità: il regista si rivolse al surrealismo artistico di Salvador Dalì per concepire alcune scene (indimenticabili) di carattere onirico.
Nel secondo film, datato 1964, Tippie Hedren impersona Marnie, cleptomane e, anche lei, ricolma di psicosi: avversione fobica al sesso maschile (androfobia), paura per i temporali (e qui c’è l’imbarazzo della scelta semantica: astrafobia, brontofobia, ceraunofobia, cheimofobia, tonitrofobia), terrore per l’accostamento bianco-rosso (un ibrido tra leukofobia e erytofobia). Anche qui l’amore di Mark Rutland (Sean Connery, deciso a tutto pur di variare il cliché dello 007!) avrà una funzione taumaturgica e porterà a galla “il rimosso”.

Ebbene, il romanzo “Il paziente” – come i due film di Hitchcock citati – ...
Il paziente di Nicci French, recensione su i-libri.com

Il paziente di Nicci French (Qlibri)

Nicci French è lo pseudonimo di una coppia di coniugi, giornalisti inglesi, Sean French e Nicci Gerrard. “Il paziente” è il loro thriller a sfondo psicologico, che ha per protagonista Frieda Klein, professione psicanalista.
Frieda esercita la sua arte, oltre che nello studio, anche nel cosiddetto “Magazzino” di Reuben, celebre analista in crisi d’identità: più che un centro di psicoterapia, un gruppo o un movimento culturale.
Proprio a causa della crisi personale in cui versa Reuben, Alan, un paziente che si rivolge a lui, viene dirottato su Frieda.
‘Il paziente’ ha una storia di sofferenza: in fasce, è stato abbandonato dalla madre in un parco e oggi soffre di disturbi della personalità che si manifestano anche somaticamente, oltre che in sogni inquietanti. Facile catalogare il caso clinico come disagio che trova origine nell’abbandono in età infantile e nel desiderio di paternità mancata.
Tuttavia l’analisi si complica perché nel corso delle sedute emerge che “Alan Dekker aveva sognato di avere un figlio, un bambino con i capelli rossi, e un bambino con i capelli rossi di nome Matthew Faraday era scomparso. Una coincidenza strana …”

http://www.qlibri.it/narrativa-straniera/gialli,-thriller,-horror/il-paziente/#

Per mano mia di Maurizio De Giovanni (Malgradopoi)

"Per mano mia” di Maurizio De Giovanni è già stato commentato su questo sito. Ho letto il romanzo accogliendo l’invito espresso nelle precedente recensionee quindi mi soffermerò non tanto sulla trama quanto su alcuni spunti che la lettura mi ha fornito.

L’ambientazione storica

Maurizio De Giovanni colloca le vicende della sua ‘creazione’, il commissario Ricciardi, in epoca fascista. Questa scelta ha almeno due risvolti.
Innanzitutto l’interesse storico del romanzo. L’appassionante vicenda delle indagini condotte per far luce sul doppio assassinio del ‘centurione’ Emanuele Garofalo e della consorte, Costanza, barbaramente accoltellati, ci proietta nel clima militare e intollerante del ventennio. E questo avviene investigando in una sezione della struttura del potere, quello della milizia portuaria: “Siamo il primo volto delle forze armate della nazione che viene proposto agli stranieri. E l’ultimo quando vanno via. L’uccisione di un nostro ufficiale non è un crimine da strada, è un problema di Stato!

Nel clima del ventennio si viene catapultati anche grazie alla retorica anche nominale, per la quale i graduati si chiamano: console, seniore, centurione, capo manipolo. E attraverso le descrizioni della ritualità gestuale, a base di battitacchi e saluti romani.

La particolare collocazione storica produce però un altro effetto: orienta le indagini in senso tradizionale, così che le investigazioni sono condotte grazie alle capacità logiche ed intuitive dell’inquirente, più che sulla base della metodologia scientifica che caratterizza le ricerche dei colpevoli condotte ai giorni nostri.

L’ambientazione geografica e l’atmosfera ... http://www.malgradopoi.it/letture-consigliate/per-mano-mia-di-maurizio-de-giovanni-una-recensione