Le recensioni di Bruno Elpis
Smith & Wesson di Alessandro Baricco (i-libri)
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“Smith & Wesson” formano la strana coppia protagonista dell’ultima opera di Alessandro Baricco.
I due personaggi hanno un profilo che lascia intravedere vite incerte, trascorse all’insegna di trucchi ed espedienti.
Wesson vive in una baracca in prossimità delle cascate del Niagara (“La chiamano il Pescatore. Ma non pesca pesci, lo so. Pesca… Corpi?”) ed è figlio di un eroe (“Ma il vero Pescatore era suo padre, una specie di eroe locale, una leggenda. Perché lui li pescava vivi…”).
Guanti bianchi di Edgarda Ferri (i-libri)
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“Guanti bianchi” di Edgarda Ferri è opera che si situa a metà strada tra il romanzo storico e il saggio. Narra infatti dell’evento che ha costituito la circostanza d’avvio del conflitto mondiale: l’assassinio di Francesco Ferdinando d’Asburgo (“Francesco Ferdinando, che si firmava e si faceva chiamare da tutti Archidux…”) a Serajevo.
Tratteggiando la figura dell’erede al trono (“L’erede alla corona preferiva vivere… non lontano da Praga, in un castello sovrastato da due bianche torri rotonde e circondato da uno sterminato giardino di rose”), l’autrice si sofferma sul legame che lo univa alla moglie (“La data della visita a Sarajevo coincideva con il quattordicesimo anniversario del loro matrimonio. Voleva farle un regalo portandola oltre i confini dell’Impero Austroungarico…”), sposata con matrimonio morganatico (“La principessa Maria Teresa di Braganza aveva convinto Francesco Giuseppe a concedere ai due innamorati un matrimonio morganatico. Un rito riservato all’appartenente a una casa regnante che sposava un altro di condizione inferiore. Antico e crudele”).
La recensione interattiva. “Novelle col morto” di Gaia Conventi (qlibri)
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Quella che pubblico oggi è la terza puntata di un esperimento: il commento interattivo, ossia la recensione scritta con lo zampino dell’autore recensito, che viene chiamato in causa a più riprese… Le precedenti puntate le trovate in www.brunoelpis.it
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Anche il secondo racconto delle “Novelle col morto” di Gaia Conventi è ambientato ad Arginario Po, ne “La locanda del Giallo”, ove alloggiano quattro scrittori che lì trascorrono la notte prima del decadente festival dedicato al giallo: la rappresentante del giallo classico che ormai vive di memorie, il piacione-farfallone sulla via del tramonto, la velina incarnazione vivente dell’erotic thriller, l’esordiente con il capolavoro ben annidato nella memoria del pc…
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Ma in seguito a rudi scontri di Giuseppe Culicchia (i-libri)
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“Ma in seguito a rudi scontri”, Giuseppe Culicchia rimane vittima dei tafferugli dello stesso stadio che descrive nel romanzo. E vi spiego perché.
È il “1 aprile 1945… oggi poi che è Pasqua sembra di stare in una città fantasma”. A Torino, il fascista Ermanno Zazzi incontra il comandante delle SS, Franz Hrubesch: o meglio, quello che resta di lui in prossimità della fine della guerra. Il gerarca è mutilato (“E che ti è successo al braccio sinistro?”) e sofferente (“Dal giorno dell’amputazione, e anche dopo l’innesto di una protesi, i dolori lancinanti che prova…”). Ciononostante Ermanno Zazzi, volgare tifoso del Torino, lo conduce al derby, non prima di aver fatto tappa al lupanare (“la maîtresse mette a fuoco le rune argentate sul colletto del tedesco”), che vanta la presenza di Aida, angelo biondo veneziano. Ma l’ufficiale nazista è un uomo ormai distrutto dalle vicende personali e dalla prospettiva della sconfitta militare (“Oggi invece abbiamo sostituito la riva del Volga con quella dell’Oder”)… Morirà suicida a Berlino per non cadere prigioniero dell’Armata Rossa.
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