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Le recensioni di Bruno Elpis

Il mio cuore cattivo di Wulf Dorn (qlibri)

coverContro ogni forma di violenza 

Wulf Dorn si riconferma un maestro del thriller psicologico in questo romanzo dalle atmosfere cromatiche e musicali, ricco di suggestioni che nutrono la tensione della storia di Dorothea (detta Doro), impegnata ad affrontare trauma e rimorso per la morte del fratellino Kai.
In questo commento cercherò di illuminare con la torcia del mio interesse personale (una torcia, come quella che utilizzano Doro, David e Julian, adolescenti variamente dediti alla ricerca della verità tra il capanno del giardino e i sotterranei della vecchia fonderia abbandonata dell’immaginaria cittadella di Ulfingen) gli spettri che minacciano la psiche della sedicenne protagonista. 

Doro è reduce dal trattamento sanitario dell’esaurimento che l’ha colpita da quando si sente in qualche modo responsabile per la morte del fratellino. Il suo animo, già messo a dura prova, deve affrontare la separazione dei genitori, l’insediamento nella nuova casa (“Ho provato una sensazione singolare nel rivedere i miei mobili in un ambiente nuovo”), le ombre del passato (“Ho estratto da uno scatolone alcuni disegni che erano nella mia vecchia camera”), la conoscenza di nuovi amici, l’attrazione per Julian. 

IL DISTURBO PSICHICO SPESSO SI CONIUGA CON UNA STRAORDINARIA SENSIBILITA’

Infatti, Doro ha una caratteristica non comune: “Tua madre mi ha riferito che sei una sinestetica”.
La sinestesia è un dono particolare… Per lo più è ereditario. Sai di persone della tua famiglia in grado di cogliere e definire numeri, odori, esseri umani e ricordi attraverso percezioni sensoriali?

SENTIRE LE VOCI, AVVERTIRE PRESENZE

“E le voci?”
Doro è perseguitata da echi e rumori: “Da qualche parte alle mie spalle, al di là della parete, mi è parso di sentire una risatina sardonica. Una di quelle risatine che sono capaci di fare solo i conigli di peluche.”
Parimenti, Doro è afflitta da allucinazioni, rivede il fratellino e ha un incubo ricorrente: la “ragazza-insetto” che rappresenta “il mio cuore cattivo” del titolo.
Pur assorbita dalla sua personale lotta contro voci e presenze (“Credimi, Doro, ce la farai a liberarti della presenza sconosciuta che ti affligge”), Doro è assolutamente certa che la visione di Kevin, il ragazzo scomparso in un incidente, non sia un’allucinazione! 

Wulf DornAMNESIA 

Doro soffre di un’amnesia a causa della quale non ricorda cosa successe la notte in cui Kai morì.
Se ha ragione Freud, l’amnesia è una forma di rimozione, una difesa volta a proteggerci da un dolore troppo intenso.
Ma i ricordi progressivamente affiorano… e con essi, irrompe il dolore.

FENOMENI IPNAGOGICI 

Altrimenti detti, con termine orrendo, “ipnopompici”.
Per il vocabolario Treccani ipnagogico è un “fatto che si verifica immediatamente prima del sonno” (o, aggiungo io, immediatamente dopo, in prossimità del risveglio), mentre la fase ipnagogica è la “fase di sonnolenza che precede l’addormentamento, caratterizzata da un particolare stato fluttuante della coscienza e dal carattere vago e sfumato dei pensieri, durante la quale possono prodursi fenomeni a tipo di illusioni o di allucinazioni”.
Ne soffro anch’io, nella forma della cosiddetta “paralisi del sonno”: un’angoscia che, con interpretazione del tutto personale, io vedo artisticamente rappresentata ne “L’incubo” di Fusseli.
Ma, nel romanzo, è possibile che la visione di Doro sia soltanto un fenomeno ipnagogico?

TELEFONOFOBIA 

Doro ha paura del telefono e del suo suono.
“Come si manifesta nel tuo caso la telefonofobia?”
Anche questa fobia la differenzia dai coetanei, che hanno sempre smartphone e cellulari tra le mani…

Wulf Dorn accompagna il lettore nel labirinto degli incubi e delle colpe (“Voglio risalire a ciò che hai rimosso, che non sei più capace di ricordare. Alla notte prima della morte di Kai. Deve essere successo qualcosa che ti fa sentire colpevole benché non ve ne sia alcun motivo apparente”) in una storia scandita da rapidi capovolgimenti di situazioni e scene. Per fornire una personale interpretazione del male (che io estendo a ogni forma di violenza, compresa quella verbale,  e di intolleranza) che si annida in ciascuno di noi e per ipotizzarne un antidoto: sperimentale sicuramente, efficace forse... speriamo bene!

Bruno Elpis 

http://www.qlibri.it/recensioni/gialli-narrativa-straniera/discussions/review/id:38536/