logotype
Bruno Elpis Bruno Elpis Bruno Elpis Bruno Elpis Bruno Elpis

Le recensioni di Bruno Elpis

Estasi culinarie di Barbery Muriel (qlibri)

coverStessa strada, stessa porta 

Stessa strada, stessa porta” è un verso di “Fiori rosa, fiori di pesco”, canzone della premiata ditta Mogol Battisti.
Stessa strada, stessa porta” ben si addice a “Estasi culinarie”, romanzo che l’autrice de “L’eleganza del riccio” ambienta nel medesimo palazzo di Rue de Grenelle che custodisce le gesta della portinaia Renée.
Con un’avvertenza: “Estasi culinarie” è l’antecedente e quindi “stessa strada, stessa porta” si riferisce più al riccio che a “Une gourmandise”.
In questo primo capitolo della saga siamo al quarto piano del palazzo signorile e qui troviamo  il sessantottenne Monsieur Arthens, il più grande critico gastronomico del mondo,  che è… in punto di morte. E, come dice un altro detto (questa volta non mutuato da una canzone di Battisti), ognuno in punto di morte rivede la propria vita.

Ovvio dunque per il moribondo chef veder scorrere i fotogrammi delle delizie, dei manicaretti e delle altezzose tappe di una carriera che ha raggiunto il culmine della fama, dell’arroganza e dell’aridità umana.
Assenza di doti umane ed estetica del palato si fondono in una retrospettiva che ha un unico fine per il moribondo:  quello di individuare disperatamente l’unico sapore che il buongustaio vorrebbe assaggiare di nuovo prima di morire ("Ormai niente ha più importanza. Eccetto questo sapore che inseguo nei recessi della memoria e che, furente per un tradimento che io nemmeno ricordo, mi resiste e ostinatamente mi sfugge"). Del resto chi non ha mai sperimentato qualcosa di analogo? A me, anche in questi giorni, per esempio capita di avere nella mente uno sceneggiato televisivo, che guardavo da bambino e al quale associo alcuni ricordi visivi e sensazioni vivide, ma non riesco a identificarlo e a ricordarne il titolo, neppure digitando parole chiave nella stringa di google…
La ricerca del sapore perduto nel tempo (o di qualsiasi altra sensazione nell’esperienza personale) è la riscoperta di una sfumatura essenziale dell'infanzia, sepolta sotto le sovrastrutture di una vita trascorsa tra raffinatezze inutili, e per il lettore ha il sapore di una beffa: "E se, in fin dei conti, a sfidarmi beffardamente fosse qualcosa di insipido?"
Un romanzo lezioso, da leggere quando si è già letto di tutto, per apprezzare un particolare, un dettaglio, una raffinatezza culturale più che gastronomica.

Bruno Elpis

http://www.qlibri.it/recensioni/romanzi-narrativa-straniera/discussions/review/id:38239/