Le recensioni di Bruno Elpis
Dove finisce il fiume di Charles Martin (qlibri)
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- Scritto da Bruno Elpis
Astenersi facili alle lacrime
Astenersi sensibili, a meno che loro - i lettori sensibili, posso inserirmi anch’io nel novero? – vogliano abbandonarsi a quella che i latini chiamavano “voluptas dolendi”. Il piacere che si prova nel piangere, la tristezza compiaciuta di se stessa.
Basta dare un’occhiata alla trama per comprendere cosa sto dicendo: Doss Michaels è ritrattista di talento poco riconosciuto dal mercato; Abigail Grace Coleman è una splendida modella e un’apprezzata designer. I due si amano alla follia e, in nome di questa grande passione, vanno contro le convenzioni tradizionaliste della Carolina del Sud. In particolare Abigail scontenta il padre senatore e decide di sposare il suo artista squattrinato, che proviene dalla baraccopoli. La stessa Abigail viene però colpita da un tumore molto aggressivo. Dopo mastectomia e chemio, il male del secolo torna a infierire con una metastasi polmonare che lascia alla donna pochi giorni di vita.
Mentre la disperazione dilaga, i due innamorati decidono di trascorrere gli ultimi giorni (dal 30 maggio all’11 giugno!) con un intento ben preciso: Doss cercherà di esaudire i dieci desideri (tra gli altri: salire su un aeroplano e fare acrobazie in cielo) che Abigail ha espresso. Doss – riuscirà nel difficile obiettivo? - accetta la sfida, in un’avventura che ha i colori del sentimento e della tragedia. Si parte da un desiderio che farà da contenitore alla realizzazione degli altri nove: discendere in canoa il fiume St Marys, Georgia, lungo un percorso che Doss ben conosce perché lì ha trascorso l’infanzia. In un viaggio che il buon senso sconsiglierebbe a una malata terminale. In un itinerario ove l’unico palliativo sono i medicinali rubati…
Gli ingredienti della love story ci sono tutti: il sentimento socialmente contrastato, l’appartenenza dei protagonisti al mondo dell’arte e della moda, lo sfondo naturale, il conflitto familiare con i genitori, il dualismo amore-morte…
La narrazione procede in due sensi.
All’indietro nel ricordo della storia d’amore: il colpo di fulmine, il rifiuto della famiglia di lei, il matrimonio furtivo con fedi rimediate al mercatino dell’usato, la luna di miele improvvisata…
In avanti la narrazione si sviluppa nella rocambolesca e progressiva realizzazione dei desideri: i coniugi partono con due canoe (una a traino con tutto quello che può servire), poi le perdono entrambe, vengono derubati dai ladri, sono assaliti dalle zanzare, incontrano strani personaggi, si immergono nell’ambiente fluviale con spirito panico … in una corsa contro il tempo e contro il dolore che flagella Abbie.
Come facilmente intuibile, il romanzo tocca tutte le corde del coinvolgimento emotivo. Secondo me riesce a farlo con modalità che, pur nell’abbondanza di elementi e situazioni limite, non risultano mai né forzate né fastidiose.
Catartico nella funzione di liberazione che la morte talvolta assume e improntato al senso del ricongiungimento nel grembo di madre natura, il finale – così come molte pagine intermedie – lascia una magone che, se ci ripenso, nuovamente mi assale…
Bruno Elpis
http://www.qlibri.it/recensioni/romanzi-narrativa-straniera/discussions/review/id:36924/