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Le recensioni di Bruno Elpis

Le notti bianche di Fëdor M. Dostoevskij (qlibri)

coverIl manifesto del poeta e sognatore

LE NOTTI BIANCHE

Sono quattro. La prima è quella della conoscenza. La seconda è riservata alla confidenza. La terza è quella dell’attesa. La quarta, l’ultima, è per la rivelazione.
Curioso constatare come oggi la dicitura “notte bianca” sia stata trasformata e adattata dal vorace uomo-consumatore-distruttore contemporaneo: l’espressione poetica oggi designa per lo più uno slogan commerciale…
Per contro, le notti bianche di Dostoevskij sono quelle della poesia: “Era una notte incantevole, una di quelle notti come ci possono forse capitare solo quando siamo giovani …”

Sempre per contro, le notti bianche di Dostoevskij sono quelle della vita: “Perché mai intere notti insonni passano come un solo istante, in un’allegria e felicità inesauribili, e quando l’aurora splende col suo raggio rosa dalla finestra … il nostro sognatore, estenuato, sfinito, si butta sul letto e si addormenta ansioso per l’estasi del suo spirito malato e turbato e con una pena tanto dolcemente estenuante nel cuore?”
Ancora per contro, le notti bianche di Dostoevskij sono quelle da opporre alla realtà: “… dopo le mie fantastiche notti mi capitano ormai momenti di ritorno alla realtà che sono terribili!”

PIETROBURGO MAGICA

L’azione si svolge in una città magica, opportunamente svuotata per lasciare ai due protagonisti il campo completamente libero: “Mi era all’improvviso sembrato che tutti mi lasciassero solo e che tutti si allontanassero da me.”
“… Qualunque cosa ci fosse stata a Pietroburgo, o si era trasferita, o si stava trasferendo in daca.”

“Non avevo decisamente un posto né un motivo per andare in daca. Ero pronto ad andarmene con ogni carro, a partire con ogni signore di aspetto rispettabile che avesse noleggiato una vettura; ma nessuno, assolutamente nessuno mi aveva invitato; mi avevano letteralmente dimenticato, ero in effetti per loro letteralmente un estraneo!”
Lei e lui, dunque, sono praticamente soli nella città vuota. E nell’esplosione della natura: “All’improvviso mi sembrò di essere in Italia … C’è qualcosa di indicibilmente toccante nella nostra natura pietroburghese, quando d’improvviso, all’apparire della primavera, mostra tutta la sua potenza, tutte le energie donatele dal cielo, si adorna, si agghinda, si colora di fiori …”

LEI, LUI, GLI ALTRI

Lei è Nasten’ka, vista “in disparte, appoggiata al parapetto”.  “Avevo sentito un singhiozzare sordo.” Lei si lascia subito catturare: “E se poi desiderate davvero che io sia franca, allora vi dirò che alle donne piace questa timidezza.” Ma al tempo stesso, lei sa ammonire: “Lo sapete che non va assolutamente bene vivere così?”

Gli altri sono una coreografia, sono coloro che hanno la fortuna di vivere: “… senti rumoreggiare e turbinare in un vortice vitale una folla di gente intorno a te, senti, vedi la gente vivere – vivere nella realtà, vedi che la vita per loro non è proibita, che la loro vita non si dilegua come un sogno, come una visione, che la loro vita si rinnova di continuo …”

E lui? Lui è …

… IL POETA, IL SOGNATORE

E vediamolo allora il suo profilo, attraverso alcune  caratteristiche distintive.
E' AFFAMATO DI VITA: “Sono un sognatore; ho una vita reale talmente limitata che mi capitano momenti come questo, come adesso, tanto di rado che non posso non ripercorrere questi momenti nei miei sogni.”
E' UNIVERSALE: “Un sognatore … non è una persona, ma … un essere di genere neutro.”
E' TENERO e paragonabile a “quell’infelice gattino che dei bambini abbiano strapazzato, spaventato e molestato in ogni modo …”
E' PRONTO A ESPLODERE: “.. mi sento simile allo spirito del re Salomone che restò per mille anni in una giara chiusa da sette sigilli, e al quale alla fine tolsero quei sette sigilli.”
E' EMOTIVO, posseduto dalla “oscura sensazione per la quale il petto gli duole e si agita leggermente, un nuovo desiderio stuzzica ed eccita allettante la sua fantasia e impercettibilmente invita un intero sciame di fantasmi.”
E' SEMPRE PRONTO A SOGNARE ANCORA: “La sua immaginazione è nuovamente eccitata, risvegliata, e all’improvviso ancora un nuovo mondo, una nuova e incantevole vita è balenata davanti a lui nella sua splendida prospettiva. Un nuovo sogno …”
E' CREATIVO: “E' lui stesso l’artefice della sua vita e se la crea ogni ora, secondo una nuova volontà.
E' semplicemente un poeta. Un sognatore.

Bruno Elpis

http://www.qlibri.it/recensioni/classici-narrativa-straniera/discussions/review/id:34343/