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Le recensioni di Bruno Elpis

Zia Antonia sapeva di menta (www.i-libri.com)

Commento di Bruno Elpis

Andrea Vitali sfodera l’ennesimo romanzo ove l’intreccio è sostenuto dalla potenza dell’ironia e del sorriso, che questa volta si irradia sull’epoca più malinconica della vita umana: quella della terza età, personificata da zia Antonia, un’ottuagenaria ricoverata in casa di riposo.

Sull’anziana donna, accanita divoratrice di caramelle alla menta (“i mentini”!), si riversano l’affetto di un nipote, l’Ernesto, e l’interesse puramente economico dell’altro nipote, il bidello Antonio.

I fatti narrati si collocano nel 1970: non che sia detto esplicitamente, ma il riferimento all’impazzare della canzone di Celentano “Chi non lavora, non fa l’amore” consente di datare in via indiretta la vicenda nella provincia lacustre di un’Italia canterina al di là di ogni problema reale.

 

Ancora una volta, il romanzo di Vitali – nei toni di una farsa che comunque induce a riflessioni sulle dinamiche della natura umana – è un trionfo di caratterizzazioni, catturate da diverse angolature. Una delle quali è sicuramente rappresentata da … l’atlante animale!

Attraverso gli occhi di suor Speranza, la superiora dell’ospizio, l’autore con benevolo sarcasmo disegna i suoi personaggi- macchietta avvalendosi dell’abitudine della monaca, che mentalmente paragona le persone agli animali.

Così, nell’atlante animale di suor Speranza, le tre suore della cucina sono le tre scimmiette, Suor Aspasia la talpa, suor Gelinda “aveva l’animo della quaglia”.

L’immancabile medico, il dottor Aloisio Fastelli, “era un merlo. Ma merlo a primavera, quando l’estro li fa cantare” ... Zia Antonia sapeva di menta, recensione su i-libri.com