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Le recensioni di Bruno Elpis

Blackout di Gianluca Morozzi (Malgradopoi)

Gianluca MorozziIl successo di un romanzo probabilmente sta nel potere che esso possiede di rappresentare qualcosa di ampiamente diffuso e condiviso dai lettori. Questo ‘potere’ può essere costituito dalla notorietà dello scrittore, ma può anche essere la capacità di “mettere nero su bianco” qualcosa che appartiene a molti, a tanti: un sentimento, una paura, una speranza. Gianluca Morozzi, in Blackout, a parer mio trasfonde almeno tre elementi condivisi dal ‘sentire comune’.

Una grande e diffusa paura, innanzitutto: quella per lo spazio chiuso, la claustrofobia, in tutte le sue sfumature, compreso il timore che fuori dall’opprimente spazio angusto di una prigione si stia svolgendo una catastrofe ben peggiore. Queste accezioni della fobia vengono ben analizzate nel corso dei convulsi capitoli che narrano di tre persone – Aldo Ferro, Tomas e Claudia - intrappolate in un ascensore, in un orrendo edificio di venti piani, nella Bologna desertificata dal ferragosto. Tre individui in una cabina d’acciaio, in fondo, sono come tre lucertole catturate e rinchiuse in un barattolo di vetro, come avviene nei giochi sadici di alcuni bambini (“… quando chiudeva le lucertole nel vasetto della maionese e poi si divertiva a metterlo nel congelatore, a lanciarlo in aria, ad appoggiarlo sulla lavatrice, sperando che le lucertole impazzissero per il rumore e le vibrazioni.”)

In secondo luogo tutti i lettori si identificano sicuramente nel sentimento di odio puro che è giocoforza provare nei confronti di uno dei tre personaggi, ostaggio del blackout: Aldo Ferro, un serial killer che si renderà responsabile di innescare il clima horror che monta nel corso delle dieci ore di prigionia nell’elevatore ... Leggi la recensione di Blackout di Gianluca Morozzi su malgradopoi.it