Le recensioni di Bruno Elpis
Fedeltà di Marco Missiroli (i-libri)
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- Scritto da Bruno Elpis
Fedeltà di Marco Missiroli, in realtà e al di là del titolo, tratta dell’infedeltà in modo subdolo.
Infedele è Carlo Pentecoste, ossessionato dalla studentessa Sofia Casadei, con la quale viene sorpreso nei bagni dell’università.
“Quante volte si era immaginato di rientrare a casa, tre o quattro ore dopo essersi dato a un’altra donna, dopo aver stordito i corpuscoli di Krause del proprio glande, risvegliati dalla novità e ancora lividi per il coito inedito… mentre baciava Margherita… per riabituarsi all’idea del proprio matrimonio”.
Infedele è la moglie Margherita, che dal giorno del cosiddetto “malinteso” s’industria a trasformare la fisioterapia (“Facile, probabilmente, era confondere una manipolazione terapeutica con la lussuria”) in occasione per ripagare Carlo con la stessa moneta.
“La chiamava così, l’immaginazione, prendeva la forma di uomini maestosi che fantasticava di avere addosso e intorno, insieme o separati, una cerchia che la proteggesse e la usurpasse.”
Infedele in vita è stato anche il padre di Margherita, come documentato da alcune cartoline che Anna distrugge in una sorta di rito vendicativo al cimitero (“Eccoti la tua Clara”).
Il tema dell’infedeltà viene rappresentato con sfumature e deviazioni per convincere il lettore (e forse anche l’autore) che le intemperanze sono di fatto compatibili con il matrimonio e possono coesistere con la stabilità di un rapporto coniugale.
Completano l’intelaiatura del romanzo le ricorrenze lessicali (così le parole malinteso, manipolazione, immaginazione assumono significati propri nella relazione), le strategie abitative in corso Concordia della coppia (“Strategie per l’acquisto di una casa che lei e suo marito non potevano permettersi”), le consultazioni occulte di una maga (“Tutti i tuoi sospetti domani potrai chiarirteli all’appuntamento… Ci andava Dino Buzzati”) e relativi oracoli (“Devono fare famiglia, sono una coppia che ha bisogno di questo…”) che effondono sul nocciolo duro – quello appunto dell’infedeltà – la cortina fumogena delle mistificazioni (“Il suo matrimonio non veniva intaccato da quei pensieri”) in ambientazione milanese (“I palazzi di Missori, i gargoyle affacciati tra le guglie, i tram ferrosi sulle rotaie direzione Duomo, le anime frettolose, la possibilità di nascondersi in una via qualunque…”).
Nella seconda parte del romanzo, nove anni dopo “il malinteso”, ritroviamo la coppia, che ha procreato Lorenzo, e le relative aderenze: tutti lì a verificare la malferma tesi secondo la quale infedeltà e fedeltà si equivalgono…
Bruno Elpis