Le recensioni di Bruno Elpis
Cesare l’immortale di Franco Forte
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- Scritto da Bruno Elpis
Franco Forte adotta una scelta ucronica per far rivivere “Cesare l’immortale”. L’idea nasce e trae spunto da una domanda: possibile che un condottiero accorto e intelligente come Gaio, dopo aver soggiogato il mondo allora conosciuto, abbia potuto ignorare le avvisaglie di un attentato così ampiamente preannunciato (nelle informazioni, negli avvertimenti, perfino nei sogni premonitori della moglie Capurnia)?
Dopo due antefatti, uno sulla via Appia, l’altro in Mesopotamia, dai tempi del triunvirato (“Cassio sapeva che i rapporti tra i tre erano ai ferri corti”) si passa direttamente alla tragedia delle Idi di marzo e poi… una grossa sorpresa (“La più grande tragedia teatrale che attori e pantomimi avessero mai interpretato sui palchi di Roma”) attende il lettore e, con lui, il repubblicano Cicerone, fiero avversario della dittatura. Perché Cesare è più vivo che mai (“Il giorno delle Idi di marzo… spartiacque per la sua nuova vita”) e, tanto abile nelle arti marziali (“Vuoi usare i remi come pertiche a cui legare le lame!”) quanto desideroso di abbandonare gli intrighi di potere di Roma per assecondare la sua natura avventurosa e conquistatrice, ha architettato la messinscena della morte per dedicarsi anima e corpo al più ambizioso degli obiettivi: la conquista dell’immortalità, da carpire agli dei…
A capo di una flotta e di un manipolo di fedelissimi – tra i quali vi sono Bruto, Crasso e il gladiatore Spartaco – con Cicerone nelle insolite vesti di “Tribunus laticlavius”, Cesare intraprende un itinerario irto di pericoli, avvalendosi delle mappe di Pitea e di Imilcone (bellissime, foderano la cover del romanzo), fino alle misteriose isole dei celti, dei ghiacci eterni, in quella parte di emisfero ove vige la luce o il suo contrario, il buio perenne. E per giungere nel luogo estremo, è necessario sfidare avversari terrestri, marini, mitologici e alati.
Con sapienza narrativa e con accorgimenti astuti che consentono di superare distanze geografiche incolmabili in epoca romana (“Le visioni indotte dalla polvere nera sono un viaggio nel mondo degli spiriti, e non è possibile governare la propria mente, quando ci si ritrova sospesi sull’abisso”) Franco Forte rende possibile una vicenda che, traendo potenza e impulso dalla fantasia, si combina ai presupposti storici in modo versatile e divertente. Perché storia e fantasia spesso esigono di essere provocate...
Bruno Elpis