Le recensioni di Bruno Elpis
Agostino di Alberto Moravia(i-libri)
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- Scritto da Bruno Elpis
Quattro capitoli per tracciare come Agostino realizzi la scoperta: così poco impiega Alberto Moravia per disegnare la tumultuosa, concitata transizione estiva del “ragazzo dai pantaloni corti”.
La rivelazione
Il sesso lo si può variamente scoprire. La traslata "scena primaria" di Agostino si svolge allo stabilimento Vespucci: viene illustrata e mimata dai “figli di marinai e di bagnini”, ai quali il ragazzo borghese si affida (“Dice che vuole giocare anche lui a guardie e ladri”) per sfuggire al disagio di presenziare alle escursioni in pattino della bella madre e dell’aitante giovanotto che la corteggia (“Era al bagno Speranza”).
Una rivelazione è sempre violenta, se non viene mediata o attenuata da un interprete: “Era, la nozione, simile ad un oggetto rutilante e abbagliante che non si può guardare per lo splendore che emana… Gli pareva di averla sempre posseduta; ma mai risentita con tutto il suo sangue come in quel momento.”
Gita a Rio
Berto, Sandro, il Tortima e “il negro” Homs sono l’altro mondo sconosciuto (“Passato il primo sentimento di ripugnanza e di timore, quella compagnia brutale e umiliante tornava ad esercitare nel suo animo un’oscura attrattiva”), quello plebeo, che si manifesta ad Agostino, già ribattezzato “Pisa” dai nuovi, riottosi compagni. La contaminazione non è soltanto il precipitoso estuario dell’infanzia nell’adolescenza, ma anche la conoscenza di una condizione sociale differente, in un rito collettivo (“Attraverso la trasparenza di vetro dell’acqua, i loro corpi parevano bianche propaggini di piante che, affiorando dal fondo cupo, si muovessero di qua e di là secondo gli strappi della corrente”) ove è ambiguo cerimoniere il Saro, il bagnino che a modo suo amministra la comitiva dei ragazzi (“Quella barca traboccante di ragazzi in tutto simili a scimmie gesticolanti e oscene”) insidiando il giovane villeggiante mentre lo conduce alla foce del Rio.
Intanto Agostino continua a oscillare tra desideri oscuri (“Quel suo nuovo desiderio di sorprendere l’intimità materna”) e sensazioni alterne (“In questo combattimento tra la ripugnanza e l’attrattiva, tra la sorpresa e il compiacimento, più fermi e più nitidi gli apparvero i particolari del quadro che contemplava”), al tempo stesso restio e desideroso di abbandonare l’infanzia (“Agostino, tornato per l’occorrenza bambino…”), sempre più in balia dei moti che oramai si sono scatenati nel suo animo (“Perché poi desiderasse tanto non amare più sua madre, perché odiasse questo suo amore, non avrebbe saputo dirlo”).
Oedipus
Il flusso spontaneo dell'età evolutiva è irreversibile: richiede un difficile transito dall’ingenuità totale alla consapevolezza parziale (“Ora gli pareva quasi un dovere di separare quella sua nuova e razionale conoscenza dal senso promiscuo e sanguinoso dell’esser lui figlio di quella persona che non voleva considerare che come una donna”), in parallelo a un’affermazione relazionale contrastata (“Egli era ricco, sembrava che i ragazzi volessero significare con la loro umiliante e spietata condotta; dunque che c’era di sorprendente che fosse anche corrotto?”) e dall’esito incerto (“Così si trovava ad aver perduto la primitiva condizione senza per questo essere riuscito ad acquistarne un’altra”).
L’iniziazione
La metamorfosi (“Avrebbe potuto sciogliersi una volta per sempre dall’opaco impaccio di questa sua sgraziata età di transizione”) può essere temporalmente scandita - o convenzionalmente rappresentata - da un momento iniziatico (“Egli doveva, a guisa di contravveleno, presto, molto presto, frapporre tra sé e la madre l’immagine di un’altra donna…”), preferibilmente propiziato da officianti specializzati. Possibile che per Agostino, dopo tanti conflitti psichici (“Gli pareva che soltanto in questo modo sarebbe finalmente riuscito a liberarsi dalle ossessioni di cui aveva tanto sofferto in quei giorni d’estate”), non sia ancora giunto il momento fatidico?
Bruno Elpis
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