Le recensioni di Bruno Elpis
Incubo di Wulf Dorn (i-libri)
- Dettagli
- Categoria: Recensioni
- Scritto da Bruno Elpis
Nell’Incubodi Wulf Dorn tornano elementi e meccanismi che uno dei più celebri autori di psicothriller ha sperimentato per la prima volta ne “La psichiatra”.
Simon è un adolescente dal profilo psicologico compromesso dal tragico incidente nel quale entrambi i genitori hanno perso la vita (“Perché mi sono salvato? Mi sento colpevole”).
Soffre di “lieve disturbo autistico”, ha vuoti di memoria – vuoi per la commozione cerebrale subita, vuoi per choc – ed è perseguitato da un sogno ricorrente: quello nel quale tenta di aprire una porta nel bosco (“Sarebbe tornato lassù molto presto. Come ogni notte. Continuamente. Finché non fosse riuscito a vedere al di là della porta”).
Simon è reduce dalla terapia del dottor Jan Forstner (“I brutti sogni… è come fare le pulizie di primavera nella tua testa, una specie di igiene mentale che ti aiuta a elaborare l’accaduto”), è più fragile che mai e afflitto da fobie. Come quella – comprensibile - per le autovetture (la motorfobia, da non confondere con l’amaxofobia).
O da manie (“Amava l’ordine della matematica”) che si manifestano nella paura del nuovo (“Tutto ciò che è nuovo lo agita”). E allora è naturale che Simon patisca le imposizioni alle quali la condizione di orfano lo obbliga: sradicato da casa, con la prospettiva di affrontare una nuova scuola (“Credo che un collegio sia la soluzione migliore”) e il distacco forzoso dall’amato fratello (“Mike si trasferirà con me a Heidelberg”).
Soltanto l’amicizia con la coetanea Caro, le escursioni in bicicletta e la dolorosa esplorazione del bosco possono restituirgli una speranza di salvezza.
Nel frattempo scompare misteriosamente una ragazza (“La sedicenne Leonie Wilkie è scomparsa da Fahlenberg”) e Melina, la promessa sposa del fratello Michael, subisce un’aggressione. Tra i sospettati, in prima fila, vi sono proprio Michael e il vicepreside del collegio…
La soluzione finale sorprendente, chi conosce Dorn probabilmente la può intuire. Ma proprio anche per questo, il lettore più fedele e più abituato ai colpi di scena dello scrittore tedesco rimane inchiodato al libro, soggiogato dalla forza oscura che induce a girar le pagine, compulsivamente, fino alla fine…
Tra le citazioni di preludio alle quattro parti del romanzo, l’immancabile “Homo homini lupus” di Plauto, poi ripresa da Hobbes, e un monito: “Presta attenzione che di notte certi lupi escono a frotte…”
Bruno Elpis