Le recensioni di Bruno Elpis
Solitude Creek di Jeffery Deaver (i-libri)
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- Scritto da Bruno Elpis
Il Solitude Creek di Jeffery Deaver è un locale affollato ove si esibisce una rock band. Durante il concerto, l’odore di fumo, presagio d’incendio, diffonde il panico tra i presenti. La calca si trasforma in tragedia. Gli inquirenti ben presto ravvisano indizi che dimostrano l’origine dolosa della strage. Difficile comprendere quali possano essere le motivazioni di chi l’ha causata.
Si occupa del caso Kathryn Dance, “esperta di cinesica (linguaggio del corpo)”. Ma se ne occupa con una penalizzazione (“Quindi sono sospesa. Dalla Criminal Division”), in quanto ha fallito e compromesso la cattura di un malavitoso. Per questo viene privata dell’arma di ordinanza e retrocessa in un pool non armato (“Civ-Div: sì, il riferimento era sprezzante quanto sembrava”).
Il folle che semina il panico prima al Solitude Creek, poi durante il reading di uno scrittore, nel Parco Global Adventure World e nell’ascensore di un ospedale, sembra attratto dall’idea di innescare i meccanismi irrazionali (“Preferisce che si uccidano da sole”) che portano alla strage (“Insieme, tutte quelle persone erano diventate qualcos’altro”).
Per quali motivazioni agisce (“La progenie di Antioch March”)?
Turbe psicologiche (“Una sottocategoria della paura delle mutilazioni… Le altre quattro paure fondamentali erano: paura della morte fisica, paura della morte dell’io, imbarazzo e vergogna, paura della separazione… e paura di perdere l’autonomia, si spaziava dalla claustrofobia… E adesso stava per verificarne tre. Paura della morte fisica, paura della mutilazione, paura della perdita di autonomia, tutte insieme”)?
Motivazioni di ordine economico?
Dell’odioso misfatto vengono sospettati in molti: il marito di una vittima, un politico di origine giapponese, l’espropriato Otto Grant…
Intanto la mente va ai disastri umani che nella realtà degli stadi così come dei ritrovi religiosi (“La Mecca. Mai andare alla Mecca”) hanno scritto tristi pagine sui quotidiani.
Come sempre accade nei romanzi di Jeffery Deaver, la trama principale s’interseca con un’indagine collaterale, qui quella su un’organizzazione criminale, con le vicende familiari – dei figli Maggie (impegnata in esibizioni canore) e Wes, pericolosamente coinvolto in amicizie con bulli e vandali – e amorose della bella Kathryn, che in questo romanzo riceverà ben due proposte di matrimonio…
A parer mio azionismo, sensazionalismo e passione per il colpo di scena non assolvono Jeffery Deaver da un pericolo insidioso: quello di contribuire a mistificare eroi negativi che, nel nostro mondo malato, hanno già sin troppa risonanza.
Bruno Elpis