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Le recensioni di Bruno Elpis

Il regno degli amici di Raul Montanari (qlibri)

Cosa farò da grande? 

“Il regno degli amici” è la tana, il covo, il punto di ritrovo nel quale Raul Montanari colloca le esperienze di quattro sedicenni, alle prese con i conflitti socio-interiori che deflagrano in una delle età più complicate del ciclo vitale: quell’adolescenza che è passata sotto la lente di scrittori in  romanzi cosiddetti “di formazione” (“Ragazzo da parete” per citare uno degli ultimi da me commentati), e che nell’autore de “La perfezione” trova un esegeta affascinante e originale. 

Nell’atmosfera urbana di un catapecchia abbandonata, che sorge sulla riva di un naviglio milanese, la creatività della comitiva mistifica la realtà del luogo fatiscente, che diviene teatro ove si consumano i riti trasgressivi della gioventù; per lo stesso sortilegio, la Martesana si trasforma in un paradiso acquatico ove fiorisce una ninfea (Valli, la ninfa pescatrice), la “gipsy” quattordicenne che materializza rivalità, sentimenti e pulsioni vivacizzate dalle tempeste ormonali. 

Con sfumature nere, Raul Montanari rappresenta le dinamiche del branco, negli scontri tra bande rivali, delineando in rilievo le individualità di quattro protagonisti, a ciascuno dei quali dedica attenzioni creative e attribuisce spessore psicologico. Tra incontri ad alta gradazione alcolica e nelle alterazioni regalate da sostanze psicotrope, c’è spazio anche per i giochi. In uno di questi interludi, emergono sogni e prospettive: per il cerebrale Demo il giornalismo, per l’apollineo Fabiano l’officina meccanica, per l’analitico Ric Velardi l’investigazione, e per lo straniato e straniante Elia, detto il Profeta…

In questa girandola di aspettative, come non pensare alla saga di Arturo Bandini e a “La strada per Los Angeles”: Tu leggi un sacco. Hai mai provato a scriverlo, un libro? Quello fu il momento. Decisi allora che volevo diventare uno scrittore”.
E come non pensare ai nostri sogni alterni di adolescenti?
Il registro narrativo del romanzo è ricco e movimentato: all’ondata dell’ironia segue il maroso drammatico. La risacca che ritma l’adolescenza  sospinge il lettore verso l’epilogo retrospettivo, in una data transizionale potentemente simbolica: l’1 gennaio dell’anno 2000, la prova del nove per i dubbi esistenziali e le zone d’ombra proiettate sui ricordi de “Il regno degli amici”. A verificare come si è concretizzato il “cosa farò da grande” e a ricomporre i tasselli di una vicenda dolorosa del passato. 

Con lo stile lucido e cristallino che lo contraddistingue  (“Fabiano oggi era scintillante”), Raul Montanari appare, lui sì, proprio come Fabiano: scintillante. 

Bruno Elpis 

http://www.qlibri.it/recensioni/romanzi-narrativa-italiana/discussions/review/id:48502/