Le recensioni di Bruno Elpis
Polvere innamorata di Andrea Molesini
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- Scritto da Bruno Elpis
Tra le opere che Andrea Molesini ha composto per la gioventù, ritengo che “Polvere innamorata” (ed. Mondadori) rivesta una posizione assai particolare. Perché affronta un tema difficile, quello della morte, dal punto di vista della sensibilità infantile.
In copertina si dice che il libro è consigliato “a chi ha già compiuto tredici anni. A chi sogna di vivere in una città segreta, sospesa tra acqua e cielo. A chi non ha mai visto una mucca andare in barca. A chi almeno una volta nella vita vorrebbe gridare ‘Janez, metti la prua su Giava’. A chi qualche volta ha pensato di essere immortale”.
Dopo aver letto il libro, per pura curiosità passo ad accertare quali condizioni, tra quelle indicate, risultino per me verificate
La prima, di ordine anagrafico, lo è sicuramente: ho più di tredici anni!
Quanto alla seconda, non ho bisogno di pensare ai miei sogni sulle “Città invisibili” di Calvino. Anche soltanto leggendo “Polvere”, ho gustato la Venezia sospesa e insolita che Andrea descrive con la scelta dei particolari: la foce ramificata del Siloncello e i canneti, la laguna punteggiata dalle briccole, il cimitero di San Michele e quello di Malamocco, l’atmosfera impressionistica che precede lo scoppio del temporale, l’odore di sale e pesce che sale dall’acqua …
Ebbene sì, rientro anche nella terza categoria, immediatamente riscontrabile: perché non ho mai visto una mucca andare in barca!
Quanto al “gridare a Janez di puntare su Giava” … e chi non l’ha fatto neppure una volta nella sua vita? Quante occasioni ciascuno di noi ha avuto per immaginare di scappare via lontano, per qualsiasi motivo? Con l’ideale di una vita più avventurosa … o semplicemente diversa.
Rimane l’ultima questione. La più spinosa, la più personale. Ho mai sognato di essere immortale? Nell’opera di Molesini, il piccolo protagonista vive - da bambino, in modo apparentemente epidermico – l’esperienza della morte dell’amata zia, sua compagna di scorribande lagunari con uno strampalato capitano e alcuni frati. Il dodicenne Andrea (ma allora il racconto è autobiografico o il nome è soltanto una coincidenza?), per la prima volta, ha la sensazione di non essere immortale quando, su un pontile, incontra l’angelo della morte. Ho ripercorso con la mente i miei ricordi, per individuare la prima volta in cui anch’io ho pensato di non essere immortale. Ho rivisto la tristezza che mi ha invaso mentre ascoltavo la canzone dello spazzacamino di Mary Poppins … In quel momento, chissà perché, per la prima volta ho pensato che la vita finisce e che non possiamo sapere cosa ci aspetta dopo.
Bene, concludo mentalmente, ho constatato che rientro in cinque condizioni su cinque. Però, vi avverto: basta possederne una soltanto, di premessa, per entrare a giusto titolo tra i lettori di “Polvere innamorata”…