Le recensioni di Bruno Elpis
Storie di ordinaria follia di Charles Bukowski (qlibri)
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- Scritto da Bruno Elpis
La poetica della cucina sporca
Le “Storie di ordinaria follia” di Charles Bukowski sono storie di straordinaria ordinarietà.
Nel guazzabuglio dei deliri alcolici, di coiti e fellatio, di eccessi e liberi sfoghi della dimensione animalesca dell’uomo – che in letteratura e nelle arti da tempo non rappresentano più una novità, ma omologazione – un racconto su tutti (ebbene sì, li ho letti tutti!) mi ha colpito.
Il racconto s’intitola “Troppo sensibile”. Ne riporto l’incipit, con brevi annotazioni personali. Il minuscolo all’inizio del periodo (e dopo il punto) è una folgorante e originale (?) licenza stilistica che caratterizza il Buk, uomo libero da freni ma schiavo delle abitudini che lo portano ad alzare il gomito:
“mostratemi un uomo che abita solo e ha la cucina perpetuamente sporca e, 5 volte su 9, vi mostrerò un uomo eccezionale - Charles Bukowski, 27 giugno 1967, alla 19a birra.
mostratemi un uomo che abita solo e ha una cucina perpetuamente pulita, 8 volte su 9, vi mostrerò un uomo detestabile sul piano spirituale - Charles Bukowski, 27 giugno 1967, alla 20a birra.”
“spesso la cucina riflette lo stato della mente. Gli uomini confusi e insicuri, d’indole remissiva, sono dei pensatori. le loro cucine sono come le loro menti, ingombre di rifiuti, stoviglie sporche, impurità, ma essi sono coscienti del loro stato mentale e ne vedono il lato umoristico…
L’uomo con la cucina sempre in ordine è, invece, un maniaco. Diffidatene… la sua mania per l’ordine, dentro e fuori, è solo avvilente compromesso, un complesso difensivo e consolatorio. Basta che l’ascolti per dieci minuti e capisci che lui, in vita sua, non dirà mai altro che cose insensate e noiose. È un uomo di cemento…”
Io detesto il disordine in casa.
A questo punto della lettura, Bukowski si è già fumato (e mai termine fu più appropriato) le ultime, evanescenti, residue possibilità d’incontrare la mia simpatia. E mi chiedo: “Possibile che lui sia sensibile e io di cemento? Sarà poi vero il teorema della cucina sporca?”
Nel passaggio successivo del medesimo racconto, il nostro autore probabilmente si gioca la metà della popolazione terrestre sprovvista di cromosoma y, in uno dei passaggi più maschilisti della letteratura dai tempi di Omero in poi:
“ora, la donna con la cucina sporca è un’altra questione: dal punto di vista maschile, se non lavora altrove e non ha figli, la pulizia o la sporcizia della sua cucina sono quasi sempre (con qualche eccezione) in proporzione diretta dell’affetto che nutre per te…”
Siamo sicuri che la poetica dell’arte disinibita dall’assunzione di sostanze psicotrope funzioni?
Siamo certi che la triade Bacco-Tabacco-Venere sia poi così fertile e avanguardistica?
Bruno Elpis
http://www.qlibri.it/recensioni/racconti-narrativa-straniera/discussions/review/id:46555/