Le interviste di Bruno Elpis
Intervista a Tea Ranno, con C.U.B.
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- Scritto da Bruno Elpis
Cinque (e più) domande a Tea Ranno
Bruno – Quali sono gli autori che ami leggere? Il tuo romanzo s’ispira a qualcuno in particolare? Quale rapporto hai con altri scrittori che nei loro romanzi prediligono la Sicilia come fonte d’ispirazione? Quest’anno un tema della maturità ha scelto come soggetto il Quasimodo di “Ride la gazza, nera sugli aranci”…
Tea – Amo moltissimo Stefano D’Arrigo. E’ nel mondo magarico di Horcynus Orca che – per certi versi - mi sono formata; perciò m’appassiona la prosa ricca, evocativa, piena di suggestioni, armoniosa e favolosa.
Amo anche Tomasi di Lampedusa. Sciascia. Pirandello. Vittorini. Brancati. Scrittori che hanno raccontato la mia Isola con sensibilità, disincanto o ferocia, ma sempre con un gran rispetto per la terra, per la sua gente.
E poi mi piace la Nemirovskj; e anche la Yourcenar, e la Strout, e Simenon, e Joseph Roth, e altri e altri che sarebbe lungo elencare.
Non ho avuto autori di riferimento quando ho scritto La sposa vermiglia. Solo, ogni tanto, mi tornava l’eco di “Cronaca di una morte annunciata” di Marquez.
La poesia di Quasimodo esprime quel certo incanto, quel sospetto di sogno che prende quando la realtà è così vivida da apparire surreale. Un idillio effimero come il riso della gazza tra gli aranci?
C.U.B.- Pare che la storia narrata ne “La sposa vermiglia” sia vera (se non ho capito male) ... Mi piacerebbe sapere se effettivamente la cronaca coincide con quanto narrato.
Tea – E’ vero lo spunto. Mia madre mi ha spesso raccontato la storia di Vincenzina. Ma nella realtà le cose sono andate diversamente. L’ambientazione, i personaggi, gli elementi di snodo del romanzo, sono stati tutti inventati. Quello che accadde nel 1927 (ho retrodatato la vicenda di un anno) fu molto più stupido e brutale di quanto ho trasposto sulle mie pagine.
C.U.B. - La Bidduzza, la residenza al mare della famiglia Sparviero, esiste veramente? Sembra un posto fantastico…
Tea – Bidduzza era una tenuta dei miei nonni. Mia madre me ne ha sempre parlato come di un posto favoloso. E così è entrato nel romanzo, come posto favoloso, che si carica di ogni possibile bellezza e suggestione. Quello vissuto a Bidduzza è un giorno felice per tutti: questo desideravo e questo ho fatto in modo che fosse.
C.U.B. - Nel caso in cui la storia sia vera, che fine ha fatto Filippo nella realtà che viene dopo il racconto?
Tea – Filippo non è mai esistito. Nella storia vera, Vincenzina e suo marito erano coetanei, e lui non era così imbevuto di idee fasciste, né così ricco, né così spietato. Pare che si ubriacasse, questo sì, e che usasse droghe, ma il Licata del romanzo ha quasi nulla in comune con l’uomo vero. Ho voluto costruire un personaggio spietato (ma anche capace di improvvisi sbocchi di tenerezza verso la palombella fragile) perché avevo bisogno di un contrasto importante tra lui e lei, che giustificasse quel gesto estremo.
Bruno – Chiudiamo questa breve intervista con una domanda molto impegnativa: come si è evoluta la società siciliana rispetto a quella da te descritta ne “La sposa vermiglia”? Qual è il tuo sentimento prevalente rispetto a una terra culturalmente tanto fertile?
Tea – Posso parlare della “mia” Sicilia, di quella in cui sono cresciuta, e precisamente la parte orientale di essa: si è evoluta per via di un forte processo di industrializzazione (l’impianto, negli anni Cinquanta del secolo scorso, di un polo petrolchimico), tale da stravolgere le caratteristiche del territorio portando grande ricchezza ma anche un fortissimo inquinamento.
Il sentimento prevalente verso la Sicilia è di nostalgia. E’ questa, infatti, che muove la mia mano, che mi fa venire voglia di posare il mio paese sopra la pagina e riguardarmelo e contemplarlo e costruirlo a mio piacimento, enfatizzando ciò che amo e mettendo in ombra i vizi più eclatanti.
Ringraziamo Tea Ranno per aver soddisfatto – con simpatia e disponibilità - le nostre curiosità di lettori…
Tea Ranno, C.U.B. e Bruno
http://www.qlibri.it/recensioni/romanzi-narrativa-italiana/discussions/review/id:42813/