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Le interviste di Bruno Elpis

Intervista a Giampaolo Simi

giampaolo simiLa cover del romanzo ti definisce un autore di “noir”. Sei tra gli scrittori italiani pubblicati nella Série Noire di Gallimard. Nel 2010 hai ricevuto il premio alla carriera “Lama e Trama”. Come vivi questo profilo con il quale vieni identificato? Il “genere” ti sta stretto?
In questi anni abbiamo assistito a una mutazione. Prima il romanzo giallo era lo strumento, mentre il fine era raccontare una storia avvincente dei nostri giorni. Adesso scrivere un giallo sembra il fine ultimo di qualsiasi persona tenti di pubblicare qualcosa. Se il giallo è diventato solo un fine, allora sì, mi va stretto. Non mi interessa. E allora no, ”La notte alle mie spalle” non è un romanzo di genere. È la storia di una famiglia. Ma se i lettori se lo divorano in poche ore è perché, come in un noir, la tensione emotiva è sempre alta. Perché io ho imparato a narrare leggendo Manchette, Hammett, Scerbanenco e ne vado fiero.

Sempre nelle tue note biografiche leggiamo che hai collaborato come sceneggiatore e soggettista per le serie TV “L’ispettore Coliandro”, “RIS”, “Crimini”. Come giudichi queste esperienze?
Le giudico positive. Per tre o quattro anni mi sono dedicato a imparare un altro linguaggio, ho lavorato in team con persone molto in gamba. E questo ha anche fatto evolvere il mio modo di scrivere narrativa.

 

Quali sono i tuoi programmi artistici futuri?
Ho appena iniziato il nuovo romanzo. E sto seguendo un paio di bei progetti per cinema e tv. Sono momenti duri, le cose vanno avanti lentamente, ma vanno avanti.

Ci parli brevemente dei tuoi romanzi pubblicati da Einaudi Stile Libero (ndr: “Il corpo dell’inglese” e “Rosa elettrica”)? C’è un romanzo della tua produzione al quale ti senti particolarmente legato?
Ogni romanzo è stata la tappa di un viaggio. Mentre li scrivevo erano la cosa più importante che facevo, quindi sono legato a tutti. I romanzi usciti per Stile Libero sono due noir molto diversi. “Il corpo dell'inglese” è di fatto una trilogia di miniromanzi, un universo di vite e di destini che si intrecciano durante un'estate versiliese. “Rosa elettrica” è una storia semplice e lineare, una fuga per la vita di due personaggi molto diversi fra loro.

Se dovessi definire sinteticamente la tua poetica diresti che …
Domanda impervia. In genere sono i lettori che definiscono la poetica di uno scrittore. È il loro spazio e non intendo sottrarglielo.

E veniamo a “La notte alle mie spalle”. Cosa rappresenta questo romanzo nell’evoluzione della tua scrittura? Possiamo dire che nel romanzo c’è una critica alla società e, in qualche modo, all’istituzione borghese della famiglia?
Non scrivo per criticare qualcosa o qualcuno. Vado a scrivere laddove mi sembra che ci sia un punto di crisi, una torsione violenta, un attrito. E in questo momento la famiglia vive un momento di crisi profonda perché il modello attuale di sviluppo preferisce avere a che fare con degli individui. La famiglia è ridotta a un feticcio elettorale o all'alibi più comodo per i peggiori comportamenti paramafiosi.

A parer mio i momenti più intensi sono rappresentati dalle interpretazioni – originali e drammatiche – dei personaggi di “Cime Tempestose”. Ami questo romanzo? Com’è nata l’idea di trasporre l’amore tra un uomo e una donna nel rapporto padre-figlia?
Ho letto Cime Tempestose solo poco prima di iniziare a scrivere, lo confesso. È un romanzo che ancora oggi stordisce per la sua potenza primitiva. L'amore di Catherine e Heathcliff però non è un amore fra un uomo e una donna. Anche se è un rapporto fortemente fisico non passa mai per la sessualità. È una relazione di vicinanza profonda, fusionale, tipica dell'infanzia e della prima adolescenza. Ecco perché quella storia può anche ristabilire un ponte fra padre e figlia.

Ringrazio Giampaolo Simi per la disponibilità con la quale si è sottoposto al “quinto grado” di …

… Bruno Elpis

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