Cieco, sordo e muto
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- Categoria: H.P. Lovecraft
- Scritto da Bruno Elpis
“Deaf, dumb and blind” è l’ultima “revisione” – dopo “Ceneri”, “Il divoratore di spettri” e “I cari estinti” - a un racconto dell’aspirante scrittore Clifford M. Eddy.
In questa storia gli autori indagano sulle amplificazioni emotive determinate da uno stato di minorità. Perché cosa è peggio dell’orrore, se non che l’orrore venga inflitto a una persona inerme?
Soggetto dell’accanimento è infatti il poeta Richard Blake: “partito per la guerra con nervi e sensi all’erta, ne era tornato nello stato” di semiparalizzato, cieco, sordo e muto; è ”un uomo rimasto solo e indifeso alla mercé di forze che nessun vedente e udente ha mai osato affrontare”.
Come spesso accade, le persone menomate nei sensi sviluppano straordinarie sensibilità alternative: Richard è dotato di straordinaria capacità visionaria, che gli fa percepire una presenza: “Qualcosa … qualcuno si trova nella stanza! Sono talmente sicuro di non essere più solo che è come se potessi vedere la presenza che avverto”.
“La stanza rimbomba di una cantilena demoniaca, aritmica, atonale, assurdamente beffarda … un coro che recita blasfeme litanie …”
Cosa induce alla fuga il fedele assistente dello sfortunato poeta?
E cos’ha avvertito il poeta?
Che esperienza ha avuto dell’indicibile?
Le risposte si trovano in un dattiloscritto, ove le parti più sconvolgenti sono state obliterate in una sorta di pietosa censura.
Parimenti, le risposte si trovano nelle “pupille color inchiostro … dilatate in modo incredibile, come quelle di un gatto nell’oscurità”, che il medico chiude “prima che gli altri vedessero il volto del cadavere”.
Bruno Elpis