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La ricorrenza

necronomiconQuale può essere il “Festival” organizzato da un tipo come H.P. Lovecraft?
La risposta si trova in un racconto il cui titolo viene tradotto con “La ricorrenza” o “La cerimonia”. Un “poem in prose” piuttosto involuto, reso celebre per una lunga citazione del Necronomicon e spesso considerato il progenitore de “La maschera di Innsmouth”.
La ricorrenza è Yuletide (per noi umani, semplicemente Natale) e si celebra a Kingsport, New England “sotto l’incantesimo dell’oceano orientale: al crepuscolo lo sentivo frangersi sulle rocce” … “e imboccai la strada che dirigeva, solitaria, verso il puntolino di Aldebaran”. “Un’antica città dai bizzarri costumi”.
Nevica.
Il narratore appartiene a una dinastia misteriosa, ove “i padri avevano raccomandato ai figli di osservare la ricorrenza almeno una volta ogni secolo”.
Le belle descrizioni della magia combinata di oceano, stelle e neve però lasciano presto il passo a inquietudine e paura, quando il viandante viene accolto in una casa ove i personaggi sembrano indossare diaboliche maschere di cera; lì il viandante si tuffa nella lettura del blasfemo Necronomicon. E ne viene catturato.

 

Poi è una processione di incappucciati per le strade del paesino e di pellegrini che sciamano verso un santuario bianco.
La cerimonia, naturalmente, è nelle cripte. “… Nel pavimento della tomba si apriva un’apertura ulteriore dove la processione si stava inabissando”. Nelle viscere della terra si apre un reticolo di cunicoli, “empie catacombe” pervase dall’odore della decomposizione.
Infine, su una spiaggia lambita da un mare di pece si celebra il rito sacrilego di Yule, colonna di fuoco, totem e feticcio di sacrilegio. In un mondo ove sulla neve non rimanevano tracce e il fuoco “non proiettava ombre”, “non dava calore, ma anzi trasmetteva il gelo della morte e della corruzione”.
Un incubo?
Una psicosi?
Una mania artistica?
O soltanto … Lovecraft?

Bruno Elpis

http://lettoriautori.altervista.org/lc3.htm