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Elpis secondo Stephen King, King secondo B. Elpis

vaso di PandoraNotte buia, niente stelle” è una raccolta di quattro mini-romanzi del re dell’horror. Ciascuno dei quattro maxi-racconti merita un commento ad hoc. Ho già commentato il secondo, “Maxicamionista”; oggi mi occupo del primo dei quattro, che s’intitola “1922”.
Si svolge in Nebraska: “Chissà se l’inferno è tanto peggio di Omaha. Forse l’inferno è Omaha, ma senza la bella campagna intorno: soltanto desolazione e arsura, e odore di zolfo, e anime perse come la mia”.
Protagonista di questo inferno è un agricoltore, Wilfred James. Personalità sdoppiata (“Io credo che dentro ogni uomo ne viva un altro, un estraneo, un Mestatore”) combatte la sua lotta personale contro la moglie, che vuole vendere la terra.

Così mette a punto un progetto folle, che si rivela ancor più folle durante l’esecuzione, anche per le conseguenze che scatena: “Procedetti comunque con il piano, forse perché ero come una di quelle bamboline russe … Dentro di me c’era il Mestatore, ma dentro il Mestatore c’era un Uomo Speranzoso”.
La moglie è Arlette: “La Bibbia dice che un figlio ingrato è come un morso di serpente, ma una moglie ingrata e petulante è anche peggiore”. Contro la quale si sprigiona la misoginia di James: “Si sa, l’aspetto di una donna è il miele che attira l’uomo tra i pungiglioni”.
Il progetto si concretizza con il plagio del figlio: “A volte, l’unica cosa da fare è prenderci quello che ci spetta. Anche se qualcuno si fa male”.
“Gli anni tra l’infanzia e l’età adulta sono tempestosi, e i ragazzi girano su se stessi come i galletti segnavento che, nel Midwest, certi agricoltori piazzano in cima ai silos”.
Il figlio viene persuaso con ogni mezzo (“Se ci pensi, ogni assassino è un usciere dei cieli”), salvo poi constatare: “Mio figlio nascondeva un segreto terribile, di quei segreti che sono pesanti fardelli”.

E Elpis, cosa c’entra Elpis in tutto questo?
Avevo dato alle nostre mucche nomi di divinità minori dell’antica Grecia, ma Elpis si rivelò una scelta infelice, o un’ironia della sorte. … Quando Pandora cedette alla curiosità e aprì il vaso che aveva in custodia, tutte el cose brutte volarono fuori … dentro era rimasta solo Elpis, la dea della speranza.
La povera mucca Elpis, anch’essa, ha un destino terribile.

Stephen King confeziona una storia che ha la tensione e l’energia di una cascata: e, proprio come nel flusso niagarico di un orrido, gli eventi si susseguono a precipizio: in modo catastrofico. Sotto la minaccia di una sinistra promessa: “Se Dio ci ricompensa sulla terra per le buone azioni … forse Satana ci ricompensa per le cattive”.

Bruno Elpis