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Il mistero dei massi avelli, un romanzo di Bruno Elpis

Il commento della scrittrice Anna Maria Balzano (www.qlibri.it)

coverAnna Maria Balzano – al di là di quanto ha scritto sul mio romanzo - è raffinata lettrice forse (o anche, ma non soltanto) perché sensibile scrittrice (a questo link trovate i suoi romanzi commentati su www.qlibri.it. Cliccando qui verrete indirizzati all’intervista che Anna Maria ha rilasciato in occasione della presentazione del suo romanzo “Il viaggio di Emilia”).
Il commento che ha regalato ai miei “massi avelli”, reperibile a questo link, parte dalla cover del romanzo: una foto da noi realizzata suoi luoghi descritti nella storia…
Ad Anna Maria dedico le foto che ho inserito tra le sue parole.

Il mistero dei massi avelli di Bruno Elpis

Il mistero dei massi avelli” di Bruno Elpis è un romanzo giallo interessante e stimolante per le osservazioni e le considerazioni che suggerisce al lettore.

Moltrasio

Cominciamo dall’esame della copertina, sempre molto importante in un libro, perché ha la funzione di catturare l’attenzione e suscitare emozioni che indurranno alla lettura del testo. Qui siamo di fronte a una fotografia suggestiva d’un ambiente “silvestre”, dove in primo piano appare quella che sembra una vecchia vasca di pietra piena d’acqua, una sorta di antico lavatoio, che nel corso della lettura del romanzo, si chiarirà essere uno dei massi avelli, pietre tombali che si fanno risalire al IV o V secolo. Già qui dunque appaiono due elementi importantissimi presenti nella storia narrata da Elpis : l’acqua e la sepoltura, ovvi riferimenti al lago e al delitto.

gabbiani sul lagoIl lago, infatti, descritto in alcuni punti con toni che ricordano il migliore Fogazzaro, assume un’importanza rilevante, con la sua calma apparente e ambigua. Esso, al contrario del mare, sa celare meglio le sue correnti mortali, è più ingannevole e seducente per l’atmosfera rasserenante che diffonde. Ed è su questa linea di ambiguità che Elpis sviluppa con abilità una trama semplice e complessa insieme, affidando le indagini di un delitto consumato in questi luoghi calmi e appartati ad un commissario “antieroe” le cui qualità umane sembrano contenute e espresse in un nome fortemente simbolico: Giordan. Il riferimento al fiume Giordano, alle sue acque battesimali, non è certamente casuale. Giordan è il “bene” che combatte contro il “male”.

scorcio dall'aliscafo

Le sue armi sono però a portata d’uomo comune. Giordan potrebbe essere chiunque, chiunque faccia della propria modestia e della propria umiltà la sua forza. Egli sa di avere bisogno dell’aiuto altrui, del supporto di Cornelia come di quello di Gabriella. La sua lotta contro lo sconosciuto e diabolico assassino procederà per gradi e condurrà per mano il lettore alla scoperta della verità. Il racconto si serve delle conoscenze dell’autore dei siti archeologici di cui parla senza cadere in una prosa pedante, anzi ogni approfondimento carpisce ulteriormente l’attenzione. I personaggi al centro dell’indagine di Giordan vengono analizzati nei più reconditi aspetti psicologici, e a sostegno di quanto scrive, Elpis fa talvolta riferimento alle teorie freudiane e junghiane. Un giallo, ed è molto apprezzabile che così sia stato definito sin dalla copertina perché ciò lo certifica immediatamente come italiano, rifuggendo da termini assai in uso come noir o thriller, che nulla hanno a che vedere con la tradizione italiana, un giallo, dunque, interessante anche per il contenuto culturale e gli spunti di riflessione che offre.

Anna Maria Balzano

http://www.qlibri.it/recensioni/gialli-narrativa-italiana/discussions/review/id:40058/