Le attrazioni di Joyland (Malgradopoi)
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- Categoria: Stephen King
- Scritto da Bruno Elpis
Quanti parchi del divertimento, nel mondo reale, si chiamano “Joyland”?
Uno si trovaa Great Yarmouth, Inghilterra, un altro a Lubbock, Texas.
Certo è che, da oggi, Joyland è principalmente il romanzo di Stephen King.
Ambientato in Carolina del Nord, in prossimità di Heaven’s beach, “Il litorale che univa la città alla chiassosa e rutilante paccottiglia di Joyland era fiancheggiato da case di villeggiatura” tra le quali la “grande vecchia casa vittoriana con settanta bagni”.
Le attrazioni del parco dei divertimenti sono quelle classiche di un luna park.
C’è la Ruota Sud: “alta più di cinquanta metri … girava con estrema lentezza”. Dalla sua sommità si vedono “prima il parco, poi l’oceano blu cobalto sulla sinistra e i bassopiani della Carolina del Nord sulla destra”.
“C’era un ottovolante più piccolo, il Delirio Cosmico, e uno scivolo acquatico, il Tuffo del Capitano Nemo. Al confine occidentale, un’area dedicata ai bambini, la Borgata Incantata”.
“C’è un tunnel dell’orrore, il Castello del Brivido”.
C’è la giostra degli specchi: “Il labirinto di Mysterio, che era collegato al Castello del Brivido” ove “vedere i nostri riflessi allungati o accorciati”.
C’è “il museo delle Cere. Il timido omaggio di Joyland alle case del terrrore dei vecchi luna park” “Una porta alla fine del museo conduceva alla stanza della botte e del ponte, dove regnavano il frastuono di ingranaggi … e il bagliore intermittente di variopinte luci stroboscopiche”.
Ci sono “le tazze ballerine” e i “bolidi infernali” (ndr: l’autoscontro), i seggiolini volanti, “.. la teleferica stellare, che passava sopra l’intero parco in diagonale”.
E non può mancare “… la giostrina dei cavalli … nota come la giannetta…” Essa, però, “… non sarebbe impazzita, sfuggendo al mio controllo come la giostra dei cavalli in quel vecchio film di Alfred Hitchcock”.
Naturale che tutte queste delizie non siano descritte dal re dell’horror soltanto per romantiche digressioni e riflessioni.
L’ambientazione è strumentale a un’altra storia di fantasmi: “… il … presunto fantasma si chiama Linda Gray. Era una ragazza di Florence, Carolina del Sud.. l’ha portata … alla fine nel Castello del Brivido. Sono entrati insieme ma lui ne è uscito solo”.
E di delitti: ”… a oggi ci sono stati quattro omicidi simili in Georgia e in Carolina. Tutte ragazze. Una accoltellata, le altre tre sgozzate.”
Eroe della “decadence horror and ghost story” di Stephen King è lo studente Devin Joney, che lavora nel periodo estivo a Joyland. Per raggranellare qualche soldo. Poi decide di fermarsi anche in autunno, quando “lungo la costa sta per abbattersi un temporale. Non un uragano, grazie a Dio, ma una tempesta tropicale.”
Il nuovo romanzo di King rappresenta una novità nella produzione del prolifico scrittore. Ha toni smussati, malinconici, indulge a scene tenere e romantiche. Trasfonde nel lettore la grande malinconia che i luna park riservano: forse per via dei ricordi d’infanzia che ciascuno di noi si porta appresso. Un libro amabile, che ci regala un profilo inconsueto del re dell’horror.
Bruno Elpis
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