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Le recensioni di Bruno Elpis

La forza del destino di Marco Vichi

La recensione del romanzo è di Bruno Elpis"La forza del destino” è il titolo verdiano che il bravo Marco Vichi ha dato al seguito di “Morte a Firenze”.
Il creatore del fiorentino commissario Bordelli sceglie titoli decisamente evocativi per i suoi appassionanti romanzi.
“Morte a Firenze” – riecheggiando nel titolo il capolavoro di Thomas Mann cinematograficamente immortalato da Luchino Visconti in “Morte a Venezia” – narra la tragedia dell’uomo che rappresenta le forze dell’ordine e che, pur individuando i responsabili di un vile omicidio (quello di un bambino, prima seviziato), non riesce a consegnarli alla giustizia per un infausta concomitanza di sfortuna e protezione massonica dei delinquenti.

Nel primo romanzo della saga, i drammi individuali (e ce ne sono molti: lo strazio della famiglia della giovane vittima, l’impotenza del commissario, la  violenza subita da Eleonora, giovane amante di Bordelli, che viene abusata per una vigliacca ritorsione) sono proiettati sullo sfondo di un’immane tragedia collettiva: quella dell’alluvione del novembre del 1966. L’Arno esonda. Acqua e fango travolgono la bellezza della città d’arte per antonomasia e le vicende dell’inondazione sono narrate con stile icastico, attraverso una pregevole ricostruzione storica degli eventi.

Ne “La forza del destino”, l’ex partigiano Bordelli si è ritirato dal suo ruolo istituzionale. Si è sospeso dal servizio e ha acquistato un casolare sulle colline...

La forza del destino, di Marco Vichi, recensione su malgradopoi.it

Il segreto di Rembrandt di Alex Connor (commento su Qlibri)

Il giallo di Alex Connor, Il segreto di Rembrandt, si ispira alle opere dell'artistaUn bel “giallo d’arte” “Il segreto di Rembrandt” di Alex Connor, pittrice e studiosa d’arte, qui alle prese con il suo primo thriller. Un’opera da gustare, insieme alle opere del maestro d’arte olandese, il pittore del seicento intorno al quale viene intessuta una leggenda a partire dalla sua relazione con Geertje Dircx: amante di Rembrandt van Rijin, da lui cacciata di casa, tradita dalla sua stessa famiglia che le testimoniò contro, condannata a dodici anni di reclusione nella casa di correzione di Gouda. Bollata come isterica aggressiva e reclusa, nella sua prigionia, verga le lettere ove svela il segreto di Rembrandt. Il pittore avrebbe generato – da lei – un figlio illegittimo: Carel Fabritius, ribattezzato “la scimmia di Rembrandt”: “Il maestro pagava il suo allievo … Carel fu così felice che sorrise, come non faceva quasi mai. Era un ragazzo serio, di appena vent’anni, che rideva come una scimmia. Così lo chiamava Rembrandt: la sua scimmia. La scimmia di Rembrandt … Lo diceva con affetto, ma io sapevo che una scimmia indicava anche un farabutto, un manigoldo, un criminale. Questo aveva fatto di mio figlio …” Sì, perché nell’atelier del più famoso pittore del seicento olandese – tra gli allievi (oltre a Carel, il figlio Barent, Ferdinand Bol e Govert Flinck) - la scimmia di Rembrandt produceva dipinti, su commissione. Senza sapere di esser figlio dell’artista più apprezzato del momento.

http://www.qlibri.it/narrativa-straniera/gialli,-thriller,-horror/il-segreto-di-rembrandt/

Il segreto di Rembrandt di Alex Connor

La recensione del romanzo su brunoelpis.itBuon anno, amici di Malgradopoi! E buon 2012, amici di “Giallo d’arte”!
Sono reduce da una splendida vacanza: tre giorni nella città eterna, ove - a Villa Borghese - ho gustato uno dei quadri che ha ispirato “Giuditta e Oloferne”, l’omonimo racconto di ‘Giallo d’arte’, nella versione che ne ha dato il pittore Baglione.
La colonna sonora (meglio sarebbe dire: il sottofondo letterario) di quest’avventura romana è stata un bel “giallo d’arte”: Il segreto di Rembrandt di Alex Connor, pittrice e studiosa d’arte, qui alle prese con il suo primo thriller.

Del quale – disattendendo ogni regola della critica letteraria – non anticiperò nulla. Dirò soltanto che la storia mi ha molto appassionato.

E allora di cosa mai parlerò in questo mio commento? Semplice rispondere: dei capolavori di Rembrandt ai quali si è ispirato il thriller (e ne aggiungerò altri ancora!), rimandando ulteriori considerazioni ad altri commenti del romanzo.
I delitti del thriller (e ce ne sono tanti!) sono tutte trasposizioni e rappresentazioni di capolavori dell’artista olandese.

PRIMO OMICIDIO. Si ispira a “La lezione di anatomia del dottor Joan Deyman”. Vale a dire: cadavere eviscerato, scalpo tagliato. Così appare l’omicidio di Owen Zeigler, gallerista londinese. Omicidio che scatenerà le ricerche del figlio del gallerista: Marshall ...

Il segreto di Rembrandt di Alex Connor, recensione su malgradopoi.it

Il cortile dei girasoli parlanti di Antonia Arslan

Recensione di Bruno ElpisCapitoli brevi, quasi poesie in prosa, quelli che compongono quest’opera di Antonia Arslan, scrittrice padovana di origini armene, autrice de “La masseria delle allodole” dal quale è stato tratto il film firmato dai fratelli Taviani. I capitoli de “Il cortile dei girasoli parlanti” sono unificati dalla potenza e dalla suggestione del ricordo, almeno nella prima parte, intitolata “Magie d’infanzia” e nella seconda, quella appunto dedicata a “Il colore dei ricordi”.

Difficile raccontare le sensazioni che evoca questa lettura, perché sono impressioni immediate, che l’autrice suscita con l’euritmia delle parole: attraverso i colori (quello dei girasoli parlanti), i sapori (“Burro di bagigio”, “I biscotti della zia Enrica”, “Il prosciutto di nonno Carlo”), gli odori (“Camilla e le rose gialle”) le musiche (“Ninnananna veneziana”, “Kriminal tango”) e le attività (“le sferruzzatrici”). E allora ci si affida a qualche oggetto ... http://www.qlibri.it/narrativa-italiana/racconti/il-cortile-dei-girasoli-parlanti/