Le recensioni di Bruno Elpis
Il richiamo dell'angelo di Guillaume Musso (Malgradopoi)
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Guillaume Musso è un autore francese che ha alle spalle numerosi successi editoriali. Il suo ultimo romanzo, “Il richiamo dell’angelo”, si discosta dai precedenti perché nell’ultima parte l’autore abbandona il suo consueto registro (quello del dramma dai toni vagamente fantasy) per proporre una storia ad alta tensione, tipo thriller.
Nella prima scena siamo all’aeroporto di New York: due sconosciuti, Jonathan e Madeleine, si urtano e si scambiano il cellulare in modo fortuito. Jonathan è uno chef che, dopo aver raggiunto fama e ricchezza, si è separato dalla moglie, ha assistito al crollo del suo impero e si è rifugiato nella gestione di un piccolo ristorante a San Francisco. Madeleine è una ex-poliziotta di Manchester e ha abbandonato la sua attività investigativa per aprire un negozio di fiori a Parigi.
Quando i due si accorgono di possedere il cellulare dell’altro, si lasciano progressivamente travolgere dalla curiosità di penetrare i segreti della vita di una persona che nasconde segreti e misteri.
Jonathan scopre così che Madeleine ...
http://www.malgradopoi.it/letture-consigliate/il-richiamo-dell-angelo-di-guillaume-musso
Uva noir di Gabriella Genisi
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Ho un libro per le mani, che in un eroico furore autobiografico ha stimolato i miei ricordi.
Ero aviere nel fiore (per rimanere in ambito vegetale!) dei miei ventitre anni. Durante il mese di settembre del 19.. (pietà!) trascorrevo le lunghe giornate del CAR avanzato nel dismesso aeroporto militare di Grottaglie, centro dell’entroterra tarantino che trae il nome dalle grotte di tufo. Le giornate scorrevano lente sotto il sole pugliese. Impaziente, attendevo insieme ai miei compagni l’orario della libera uscita. Per fruire dell’unica ‘botta di vita’ concessa a noi semi-reclusi, percorrevamo a piedi la lunga strada che conduce al centro del paese, situato su un colle delle Murge. La strada si snodava attraverso la campagna … coltivata a vite! Naturale per noi deviare e raggiungere i filari per cogliere, più o meno furtivamente, qualche grappolo che, invitante e rigoglioso, occhieggiava tra i pampini. L’uva pugliese, dunque, per me ha il sapore zuccherino della gioventù.
Dove io non sono di Ilaria D'Amico (i-libri)
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L’esordio letterario di Ilaria D’Amico, nelle librerie con “Dove io non sono”, ci mostra un’altra faccia della brava e poliedrica giornalista, volto noto della televisione.
La copertina del romanzo si presenta con l’immagine di una spiaggia sabbiosa, oltre la quale due tinte pastello d’azzurro graduano mare e cielo. In primo piano un’altalena e i pali aggrediti dalla salsedine. Io, che mi accosto ai libri in modo fisico (al punto da rifuggirne, spesso, la lettura in formato e-pub), accarezzo questa immagine con lo sguardo e sono già invaso da mille sensazioni: di cose perdute, di infinito.
La storia è ambientata a Cape May, New Jersey, e ha per protagonista un uomo con le sue inquietudini.
Ripiegando su una professione di insegnante musicale, il maestro ha rimandato per anni ogni cosa: i suoi sogni di celebrità e di realizzazione, la storia con Lara, la propria condizione umana irrisolta … nell’attesa persistente di una lei misteriosa, che finalmente si manifesta e gli dà appuntamento alla stazione di Cape May, nell’occasione dell’inaugurazione della ferrovia turistica.
Le feste non vengono mai da sole di Lorenzo Marone
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- Scritto da Bruno Elpis
Dopo aver apprezzato alcuni racconti di Lorenzo Marone, incuriosito dalla sua prosa abile e mai scontata, decido di commentarne il racconto lungo intitolato “Le feste non vengono mai da sole”.
Fin da subito un’immensa malinconia s’impadronisce di me: perché il racconto è ambientato nelle feste di Natale, periodo massimamente deputato a scatenare gli istinti ipocondriaci di tutti noi (o forse soltanto di chi non è in pace con se stesso?). La struttura del racconto oscilla, ipnotica come un pendolo, in un andirivieni dalla vigilia di Natale alla notte di San Silvestro, in una dimensione temporale di tipo concentrico.
Sullo sfondo la magica Napoli che il mondo intero ci invidia: pur con le sue contraddizioni, che esplodono quando molti napoletani “danno fuoco alle polveri” e incendiano un “intero arsenale”, anche a costo di mettere a repentaglio, caparbiamente, la propria incolumità fisica.
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