Le recensioni di Bruno Elpis
La voliera dei pappagalli di Anna Maria Balzano (qlibri)
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- Scritto da Bruno Elpis
Le gabbie della vita, ne parliamo con l’autrice
Anna Maria Balzano è per me innanzitutto una stimata amica, ottima compagna “virtuale” di letture e raffinata commentatrice di romanzi. Con la curiosità di leggerla in veste di autrice e nel fondato timore di saper esprimere un giudizio obiettivo, ho intrapreso la lettura de “La voliera dei pappagalli”, titolo suggestivo valorizzato dall’immagine variopinta della nuova cover. Il mio timore è durato soltanto un attimo perché, nella tranquillità di una sera estiva irrigata dal temporale (tanto è durata la mia lettura!) mi sono lasciato “irretire” da una narrazione che ha catturato la mia attenzione e mi ha fatto dimenticare l’identità affettiva di Anna Maria.
Della storia mi ha colpito la capacità di ricondurre a unità le vicende personali di protagonisti che vengono inizialmente individuati singolarmente, poi acquistano spessore tridimensionale, quindi incarnano tipologie realistiche che facilmente possiamo incontrare nella vita di tutti i giorni: Maria, la perdente che saprà vincere la guerra per l’esistenza; Gustavo, che con la dolcezza si ritaglierà un suo spazio e un suo ruolo; Benedetta, l’incantevole e seducente creatura perennemente insoddisfatta e vittima dell’indifferenza; Matilde, l’adolescente costretta ad affrontare le avversità della vita e a crescere forzosamente; Umberto, l’uomo di successo che deve misurarsi con la disavventura di un’esperienza di prigionia; Marco, il faccendiere che ha creduto di poter barattare i sentimenti con gli interessi (“Se potessi tornare indietro, ai tempi dei progetti ambiziosi ma onesti, le mie scelte sarebbero diverse…”); Giorgio, l’uomo solo perché perdente e perdente perché solo…
I personaggi, tuttavia, non rappresentano tipologie astratte o maschere letterarie stereotipate, perché – con dolcezza ed equilibrio – Anna Maria mi ha condotto per mano, trascinandomi con il cuore, all’interno di storie quanto mai credibili e psicologicamente ben delineate: di amicizia, di scelte drammatiche, di carcere, di decisioni estreme.
Il messaggio che ho tratto da questo romanzo è positivo ma non scontato, perché conquistato attraverso la negatività della vita, costruttivo ma non “buonista”, perché gli epiloghi non sono mai unidirezionali (“Si rese conto di quante realtà diverse possano esistere lontano dai luoghi familiari e che ci appartengono, come la sorte possa elargire fortuna e sfortuna in modo diverso e del tutto arbitrario, come l’errore umano possa essere talvolta diversamente percepito, perseguito e condannato”). Proprio come nella vita di tutti i giorni, proprio come nella caselle di rapporti umani e di eventi che a volte ci ingabbiano (“Diversamente da te io ho chiuso volontariamente me stesso in una prigione con sbarre invisibili…) … salvo scoprire che la libertà non è volare via… se questo vale anche per gli uccelli!
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Cinque domande ad Anna Maria Balzano
B. - Cara Anna Maria, lo sai che io credo che la voliera dei pappagalli non sia soltanto una metafora? Perché sono convinto che la voliera esista veramente, a casa tua o in qualche casa della tua vita?
A.M. - Si, Bruno, effettivamente la voliera esiste fisicamente e si trova nel prato antistante la mia casa di campagna. Fino a qualche anno fa ha ospitato proprio dei pappagalli multicolori. È da lì che è nata l’ispirazione per questo racconto.
B. - Com’è nata l’idea di questo romanzo?
A.M. - Per tutte le storie che ho scritto e che scrivo traggo spunto dai fatti della vita che più mi colpiscono e mi coinvolgono emotivamente. Le mie vogliono essere storie semplici, che riflettano il quotidiano, storie che possano riguardare qualsiasi individuo e i suoi rapporti con l’ambiente familiare e il mondo esterno.
B. - “La voliera dei pappagalli” ha ricevuto diversi riconoscimenti (citati in coda al testo). Qual è quello che ti ha maggiormente gratificata? Qual è stata l’opinione espressa sulla tua opera che ti ha reso particolarmente felice?
A.M. - Ognuno di quei riconoscimenti mi ha gratificato. Dal più importante al semplice diploma d’onore. Non è tanto, credo, l’importanza del premio che conta, quanto l’evidente gradimento del lettore e, in questo caso, della giuria. Per quanto riguarda le opinioni espresse da chi ha letto il mio libro, le ho apprezzate tutte e tutte mi hanno commosso, perché è stata la testimonianza più esplicita che ciò che avevo raccontato era stato recepito nel modo più giusto.
B. - Ti senti più lettrice o più scrittrice?
A.M. - Mi sento entrambe le cose e vivo entrambe le condizioni con passione. Come lettrice cerco sempre di andare al di là della storia, al di là della trama; cerco di capire quale sia il background culturale dell’autore, di scoprire se in ciò che scrive vi sia un messaggio artistico, sociale o politico. Come scrittrice mi piace attenermi alla realtà e concludere le mie storie, per quanto possibile, con una nota di speranza, perché se viene a mancare anche una minima fiducia nel futuro si giunge alla disperazione assoluta.
B. - E adesso puoi confidarci quali sono i tuoi futuri programmi letterari?
A.M. - Per il futuro mi piacerebbe scrivere ancora storie semplici di vita “vissuta”, storie che trovino riscontro nella realtà di tutti i giorni. Nello stesso tempo mi piacerebbe continuare a leggere e recensire i testi che ritengo più significativi. È un modo per imparare tante cose. E imparare è un’attività che si può svolgere all’infinito, basta solo un po’ di… umiltà!
B. – Be’, io – sono curioso come un gatto! - volevo il titolo del prossimo romanzo, ma Anna Maria… dobbiamo prenderla così com’è (e ce la teniamo stretta stretta)! E io imparo, la prossima volta, a fare domande più esplicite…
Anna Maria Balzano e Bruno Elpis
http://www.qlibri.it/recensioni/romanzi-narrativa-italiana/discussions/review/id:43621/