logotype
Bruno Elpis Bruno Elpis Bruno Elpis Bruno Elpis Bruno Elpis

Le recensioni di Bruno Elpis

La profezia di Caravaggio di Matt Rees (qlibri)

amor vincit omniaAmor vincit omnia

I prodromi dell’arte nell’infanzia

Come sempre, i fatti dell’infanzia agiscono in modo determinante nella vita di una persona. Così è anche per Michelangelo (un nome che, nell’arte, sembra una garanzia!) Merisi detto il Caravaggio, segnato in tenera età da un doppio lutto: un contatto fisico e prematuro con la morte (“Mio padre e mio nonno sono morti nello stesso giorno per colpa della peste”) costituisce la prima drammatica esperienza con l’ombra e l’estetica dell’oscurità che annerisce ogni sfondo (“Si rese conto che era morto … qualcosa si stava muovendo in quell’oscurità e lui la poteva sentire. Era l’illuminazione improvvisa di chi fa un patto con la morte. Di chi è in fin di vita o è pronto al sacrificio estremo. Dell’assassino e della vittima. Guarda nell’oscurità, gli disse. Cosa si materializza dall’ombra? Che cosa emerge quando osservi ciò che si credeva nascosto? Continua a guardare e un giorno vedrai la forma. Il tuo sguardo sarà la luce che penetra il mistero”).

Il martirio di san Matteo

L’altro evento importante è il rapporto con Fabrizio, il figlio più piccolo di Costanza Colonna, la marchesa di Caravaggio che nella sua famiglia accoglie l’orfano Michelangelo e lo avvia all’esercizio della pittura. Con Fabrizio, Michelangelo intesse un rapporto d’amicizia anche carnale; e questa relazione sfiora l’altro grande mistero che – insieme a quello della morte - avvolge la figura di Caravaggio: la presunta omosessualità del pittore. Sarà per Fabrizio che Caravaggio si consegnerà al nemico, ottenendo la fine riservata ai delinquenti che venivano affogati in mare dentro a un sacco  … Questa è la teoria che Matt Rees formula nel suo romanzo, disconoscendo di fatto le altre ipotesi storicamente più accreditate sulla morte del pittore (“La sua morte è tuttora un enigma, e gli storici dell’arte in genere la raccontano come una faccenda contorta in cui s’intrecciano scambi d’identità barche scomparse e spiagge malariche in Toscana”).

La storia

la vocazione di San MatteoIl romanzo è scandito in tre sezioni biografiche: la fase romana del pittore (1605) che si consuma in frequentazioni improvvide, nell’amore per la popolana Lena e nelle risse che lo conducono a commettere un omicidio; la fase maltese (1607; a Malta Caravaggio approda grazie a Fabrizio con un intento: “Essere nominato Cavaliere l’avrebbe liberato per sempre dalla minaccia di un’esecuzione capitale”); la fase del transfuga tra Sicilia e Napoli (1608) con l’incubo degli agguati tesi dai suoi antagonisti e persecutori.

Di fatto, la storia è una splendida passeggiata tra i meravigliosi quadri di Caravaggio (in un articolo ad hoc  approfondisco questa dimensione del romanzo e la concezione artistico-pittorica che ne trapela), personaggio dal temperamento irruente (“Caravaggio non era altro che uno scavezzacollo milanese”) e innovativo (“Da ora in poi ogni nuova opera d’arte esposta nelle chiese di Roma sarà o una copia dello stile di Caravaggio … oppure il feroce rifiuto da parte di quegli artisti che preferiscono rimanere ancorati alle maniere del secolo passato”): un artista che non seppe approfittare dei favori di un mecenate, il cardinale Francesco del Monte (“Scommetto che vi chiama sempre per chiedere aiuto quando viene arrestato e gettato ubriaco nelle prigioni a Tor di Nona, non è così?”), né dell’opportunità che gli venne offerta a Roma (“Dopo tanti anni in cui Caravaggio era stato tenuto fuori dalle commissioni papali in favore di artisti ben più convenzionali, era finalmente giunto all’apice del prestigio e del valore economico. Aveva fatto colpo sul principale  conoscitore d’arte della nuova amministrazione vaticana. Avrebbe dipinto Camillo Borghese, papa Paolo V”).

La mia valutazione

San Matteo e l'angeloNonostante quanto dichiarato nella copertina, il romanzo non è un thriller storico, bensì la biografia romanzata di un personaggio sempre in bilico tra zuffe (“Una rissa, a colpi di spada, davanti a palazzo Farnese qualche giorno fa. Gli uomini dei Colonna sono entrati dal cortile”), vizi, maledizione  e arte (“Sì, sapeva cosa significa essere vivo. Solo un artista o un assassino o Dio in persona potevano saperlo, cioè coloro che creano o che distruggono. Sono loro gli unici a saper descrivere quale sia il vero prezzo di ogni respiro”) in un contesto storico dominato da conflitti dinastici (quelli tra i Colonna e i Farnese: “Fabrizio è nei guai, Michele … Ha ucciso un Farnese, un membro di una famiglia potente, e il Santo Padre ha bisogno del loro supporto tanto quanto di quello dei Colonna”) che condensano le velleità di dominio di spagnoli e francesi (“Il conflitto tra i Farnese e i Colonna continuava, e il papa tergiversava tra i due avversari”).

La biografia romanzata culmina in un’affascinante teoria sulla misteriosa scomparsa di un uomo sconvolto, passionale, sempre pronto a rovinarsi pur di dare corpo al  disagio esistenziale, alla sincerità e alle tensioni interiori (“La sua influenza sul mondo della pittura è stata immensa. Rubens ha esportato il suo stile nell’Europa del Nord. Velasquez ha introdotto la sua estetica in Spagna. Ancora oggi è un pilastro centrale nello stile degli artisti contemporanei, di fotografi e registi come David Hockney e Martin Scorsese”).

la negazione di san PietroUn romanzo consigliato a chi ama l’arte figurativa e la mitica figura di un uomo che ha compendiato mirabilmente genio e sregolatezza, tramutando questa magica antinomia in capolavori che catturano e abbagliano – a distanza di quattro secoli – anche il senso estetico più spiccatamente contemporaneo.

Bruno Elpis

http://www.qlibri.it/recensioni/romanzi-storici-narrativa-straniera/discussions/review/id:35835/