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Le recensioni di Bruno Elpis

Good references di S.M. May (qlibri)

coverS.M. May.
Chi si cela dietro a questo pseudonimo? Come in una scatola cinese o in una matrioska, vi è un altro pseudonimo: quello di una spigliata commentatrice, con spiccata propensione al fantasy. E tracce di fantasy (“Alice pensò che … si sarebbe messa a ululare. Ma quanti … romanzi sui licantropi si era letta ultimamente?”) troviamo anche nella protagonista del racconto lungo intitolato “Good references”. Ma ho giurato che conserverò il segreto sull’identità dell’autrice e quindi mantengo labbra cucite, anche sotto tortura.
Alice – questo è il nome dell’eroina della novella romance – lavora presso un affermato studio legale con alterne vicende: un po’ donna in carriera, un po’ donna sull’orlo di una crisi di nervi, ma fondamentalmente romantica.

 perlaLa vediamo destreggiarsi tra declinazioni legal-erotiche, narrate con umorismo sottile e divertente, disposta a tutto alla vigilia dei trent’anni pur di offrire al pescatore più meritevole la sua “perla”: una metafora che sta per “verginità”!
Tutto parte da una confidenza scucita al ritmo di un adagio: “in vino (pronuncia: birra) veritas”. 
Le pagine procedono per svelare a chi spetterà – e ricorro a un’espressione che mi consente di rimanere in ambito forense - lo “ius primae noctis”. 
Apollo BelvedereA uno spietato businessman o ad Apollo, dio del sole e della bellezza? 
L’ironia di S.M. May conduce il lettore attraverso le tappe di un erotismo ben calibrato e riesce a trasformare: 
un proposito autodistruttivo in sorpresa,
l’impaccio della vergine in passione,
le nozioni apprese dal web su un atto sconosciuto in una prestazione amorosa naturale e spontanea, 
il disincanto in sentimento. 
Un racconto agile, da leggere in un soffio. 
Gradevole, ma non nell’accezione data all’attributo (ho preferito “attributo” ad “aggettivo”, perché ho sempre l’ossessione di non andare fuori tema) dall’Alice autodidatta del sesso, che vuole simulare disinvoltura per mascherare il suo imbarazzo: “Per il dopo, usare sempre la parola ‘gradevole’: è dimostrato che non offende il partner e non lo fa sentire a disagio. E’ stato molto gradevole, Wilhelm. Hai confermato in pieno, e gradevolmente, le mie aspettative”. 
Grazie S,M. May per avermi invitato al “ballo della tua debuttante”!

Bruno Elpis

http://www.qlibri.it/recensioni/romanzi-rosa-narrativa-italiana/discussions/review/id:32109/