Le recensioni di Bruno Elpis
I custodi della biblioteca di Glenn Cooper (Malgradopoi)
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- Scritto da Bruno Elpis
“I custodi della biblioteca” (dopo “La biblioteca dei morti” e “Il libro delle anime”) è il terzo episodio nato dalla fervida fantasia di Glenn Cooper e ha ancora per protagonista Will Piper. L’ex agente dell’FBI ormai quiescente, questa volta, è impegnato a rintracciare Phil il figlioletto scomparso e tenuto prigioniero da una strana stirpe: quella dei custodi della biblioteca. Che non è la solita sala nella quale si possono prendere in prestito romanzi e libri di ogni genere.
Infatti i volumi custoditi sono quelli manoscritti da una strana genìa di amanuensi, concepiti in modo eterodosso e venuti al mondo con un’unica missione, alla quale si dedicano in modo indefesso: trascrivere gli interminabili elenchi delle nascite e delle morti degli uomini.
Originariamente installati nell’isola di Wight, in seguito a fatti violenti, scribani e custodi si sono trasferiti in “una fattoria di Pinn, Cumbria, Inghilterra” ove “il Wild Boar Fell svettava a est…, mentre l’High Seat si ergeva a ovest.
"Le due alture sembravano proteggere la fattoria…”
Le potenze dell’anno 2026, epoca dei fatti narrati, sono interessate a impadronirsi degli archivi e per questo fine entrano in collisione. Anche perché la fuga di notizie ha indicato nell’anno 2027 il possibile ‘doomsday’.
E' interessante proiettarsi nel 2026. In quell’anno, l’autore immagina che la benzina costerà “cinque dollari al litro”.
Quanto a demografia e urbanistica: “L’Inghilterra contava ormai più di settanta milioni di abitanti, e le aree metropolitane avevano sostituito parte delle campagne verdeggianti …”
Si ipotizza poi che, nel 2611 “… nasceranno circa centomila persone al giorno e altrettante ne moriranno.”
E che nel 2440 vi sarà “un arcobaleno di razze, lingue, colori.”
Quanto alla fantapolitica: “Col crollo dell’economia russa e con la crisi indiana successiva all’attacco nucleare, la Cina era l’unico paese che gli Stati uniti seguissero con grande interesse…” Con le mire imperialistiche cinesi: “E' giunto il momento d’imporci come l’unica superpotenza mondiale. Il vecchio non si rende conto che l’Orizzonte è solo una distrazione e che bisogna risolvere la questione di Taiwan una volta per tutte.”
Lo spirtio che anima il libro è millenaristico, di fronte all’annus horribilis: “Però è tremendo pensare che tutto finirà tra quattrocento giorni o giù di lì. C’è gente che ha addirittura un timer sul monitor del computer! Il mondo è in preda all’angoscia.”
“Tutti si domandano cosa accadrà e la gente sta perdendo la ragione … verremo spazzati via da un gigantesco asteroide? Inghiottiti da un buco nero? Carbonizzati dai raggi gamma del sole? Oppure quella sarà una giornata uguale a tutte le altre?”
“…Se il proprio nome non figura nella lista, si viene considerati OLO, cioè ‘oltre l’orizzonte’” .
“Ho visto coi miei occhi il futuro dell’umanità, che si preannuncia tetro e luminoso insieme. La luce arriva dalla consapevolezza che la nostra stirpe continuerà a prosperare, non per decenni, ma per secoli e forse millenni a venire. Nondimeno le tenebre in agguato sono per me motivo di grande turbamento.”
“… Una sciagura senza precedenti. Secondo i miei calcoli, perirà un numero inconcepibile di persone, circa un miliardo.” “Il 16 ottobre 2007. I cinesi, gli americani, gli inglesi: avevano sparso i semi di un odio che, in futuro, avrebbe dato i suoi frutti letali.”
Anche se il finale è … un volo di cicogna.
Bruno Elpis
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