Le recensioni di Bruno Elpis
Il serpente piumato di Sonia Dal Cason (Malgradopoi)
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- Scritto da Bruno Elpis
Seconda avventura dei gemelli King, le creazioni di Sonia Dal Cason, con questo romanzo ancora in lizza per il premio Bancarellino.
Dopo “Il sigillo del drago”, ne “Il serpente piumato” di Ciesse Edizioni, Anna e Matt sono più vivaci dell’argento vivo e tornano in forma smagliante con l’energia polemica e la curiosità esuberante dei tredici anni appena compiuti.
Con loro c’è la pressoché coetanea Vivian Morgan McKenzie, la doppia strega “perché i nomi di battesimo … ricordavano sia la fata Viviana sia la strega Morgana delle leggende di Re Artù”. E il fratello della doppia strega: l’ambiguo e losco Tristan.
I ragazzi, tutti figli d’arte (archeologi sono i genitori degli inglesi McKenzie, mentre i gemelli King sono figli di madre archeologa e di padre docente di storia), non mentono al loro sangue e girano il mondo con un intento ben preciso: scovare e riportare in vita il drago Dsiban.
In ciò sono aiutati dall’amico drago dorato e contrastati da un mostro nero, personificazione del male.
A vantaggio di chi non avesse mai visto un drago in carne e ossa, cercheremo di fornire qualche rudimento, rimandando al romanzo di Sonia per ogni approfondimento.
I draghi
Nella storia sono tre.
Il primo è “Amjad Sahih, Amjad il Saggio, il Drago dorato”. Ha un “enorme muso dorato”. Occhi che a tratti diventano “freddi e vitrei come quelli di un rettile”. Sa “rifulgere alla luce lunare”. E naturalmente ha la proprietà principale dei draghi: “le pupille gialle si fecero vitree quando socchiuse gli occhi emettendo una potente lingua di fuoco”.
Per completare il suo profilo, un particolare non da poco: “Non sono uno stregone, non uso trucchi. Mi limito a fermare il tempo”.
Poi c’è Velkan, il male: “una gigantesca sagoma scura: il corpo e la coda erano nubi compatte vagamente trasparenti, le ali immense parevano quelle di un pipistrello mostruoso ed erano sfrangiate e spettrali … Fu la testa di Velkan a riempirli di orrore … un capo poderoso … gli occhi rosso fuoco, privi di pupille risaltavano sinistramente nel muso da rettile coperto di scaglie nere e dure, lucide e taglienti”.
Il terzo drago è Dsiban: da rivitalizzare inseguendo tredici monili a forma di teschio, innescando frequenti zuffe, decifrando scritture antiche e affrontando mille insidie. Con un atroce dubbio: possibile che sia lui Quetzalcoatl, il serpente piumato degli antichi Maja?
Vi abbiamo aiutato a visualizzarli, i draghi? In caso negativo rimandiamo i più realisti a quanto di più simile vi sia sulla terra: il dragone di Komodo!
I luoghi
I gemelli e la loro amica-nemica Vivian hanno un mezzo di trasporto d’eccezione: il drago dorato, che li scarrozza attraverso i cieli, sopra il globo terracqueo.
Grazie alla portentosa creatura alata i gemelli compiono la rotta Colli Euganei-Londra senza dover ricorrere (beati loro!) ad Alitalia e visitano luoghi pazzeschi.
Ammirano le linee di Nazca, “il deserto che parla” e “l’arido altopiano peruviano”: un ragno enorme, la scimmia, il colibrì …
… il candeliere della Ande …
… il lago Titicaca o “puma di pietra” …
… la porta del Sole a Tiahuanaco: “il varco che metteva in comunicazione questo pianeta con il nostro regno” (ndr: dei draghi), per concludere l’avventura a Chichen Itza. “Stiamo cercando indizi per sostenere la nostra teoria che Kukulcan fosse un drago”.
Pura fantarcheologia?
Forse sì, forse è proprio questo il genere più congeniale all’autrice, forse è proprio questa la dimensione che ci fa amare questo romanzo per la gioventù. Certo è che il romanzo è divertente e scoppiettante. Rappresenta uno stimolo alla fantasia di tutti e consente, ai più giovani, di accostarsi in modo allegro alla storia di civiltà perdute e a luoghi meravigliosi del nostro pianeta. Senza sbuffare. Anzi, al contrario, leggendo – ne sono sicuro – una pagina dietro l’altra, come …
… Bruno Elpis
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