Le recensioni di Bruno Elpis
La cerimonia di James Patterson (Malgradopoi)
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- Scritto da Bruno Elpis
Il “Club Omicidi” è composto da quattro amiche: la détective Lindsay Boxer, la giornalista di ‘nera’ Cindy Thomas, il medico legale Claire Washburn e l’avvocato Yuki Castellano.
Operano a San Francisco, bazzicandone i locali: insieme risolvono misterii, spesso mediante la convergenza dei casi professionali dei quali ciascuna si occupa.
Ne “La cerimonia”, c’è spazio anche per le loro vicende sentimentali … considerato che l’io narrante, la détective Lindsay, si sposa! E, fresca fresca di matrimonio, Lindsay deve già affrontare il caso misterioso di Avis Richardson, una ragazzina che ha appena partorito un bambino. Viene ritrovata ferita e confusa: “non aveva senso che la ragazza indossasse soltanto una mantella impermeabile e per il resto fosse completamente nuda”. E il suo neonato sembra scomparso nel nulla.
“Che razza di storia era quella? Traffico di neonati?” Poi emerge una storia d’amore tra Avis e il suo prof d’inglese: “… Sono spariti tutti due, senza dire niente e senza lasciare messaggi.”
La ricerca del bambino culmina nello scontro con le “Devil girlz”: “un gruppo di biker, rigorosamente donne. Lavorano come buttafuori in uno dei saloon di Winchester.” “… non sono dame della san Vincenzo” “… le biker erano vestite da uomo, con borchie e catene, portavano i capelli corti ed erano piene di tatuaggi.”
Il caso poliziesco si intreccia al caso legale del quale si occupa Yuki. “Yuki era sempre molto preparata, ma aveva perso una serie di cause che aveva dato per scontato di vincere e questo aveva minato la sua autostima”. “Quando partiva a testa bassa, spinta dalla passione, Yuki riusciva a superare molti ostacoli ma tendeva a ignorare i segnali di pericolo.”
Come spesso facciamo nei nostri commenti, dei libri amiamo percorrere le ambientazioni.
I luoghi
Avis viene ritrovata presso il lake Merced. La zona è quella del Delta del Sacramento.
Dicevamo che le quattro donne operano a San Francisco. E che i locali della città fanno da sfondo.
“Susie’s, il mio locale caraibico preferito, è un posto che mette di buonumore. Le pareti sono di un giallo vivace, c’è sempre musica calypso dal vivo, la cucina è ottima e la birra fredda al punto giusto.”
Ma c’è anche il “Renegade, un bel ristorante nel quartiere di SoMa affacciato sul mare con vista sul Bay Bridge.” “Dal piano di sopra si vedevano il ponte illuminato, la passeggiata sottostante e l’arco di Cupido, un’installazione artistica di Claes Oldenburg costituita da una grande freccia conficcata nel terreno.”
O “da Louis’ in Point Lobos Avenue. Era un locale alla buona, molto grande, costruito nel 1937 su una scogliera affacciata sul mare.” Accoglie gente “di ritorno da una corsa o una passeggiata sul sentiero di Lands End”.
I genitori di Avis alloggiano in una suite con “impagabile panorama su Nob Hill e Union Square by night. Lo sguardo spaziava dal Transamerica Pyramid … fino al mare e alla campata ovest del bay Bridge, oltre il quale si scorgeva Treasure Island.”
Infine c’è un viaggio a trecento km a nord di San Francisco: “la strada passava sullo Shasta Lake … spiagge dalle impossibili sfumature rosa e gialle e il contrasto con l’acqua, che in alcuni punti era verde come il mare e in altri blu pavone.”
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