Le recensioni di Bruno Elpis
La casa dei sette ponti di Mauro Corona (Malgradopoi)
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- Scritto da Bruno Elpis
Nel periodo prenatalizio, consiglio di astenersi dalla lettura de “La casa dei sette ponti”, fiaba contemporanea creata dall’autore del romanzo (“La fine del mondo storto”) vincitore del premio Bancarella dello scorso anno: Mauro Corona, scrittore anticonformista anche nella vita.
Nonostante queste premesse, ho trovato questo racconto malinconico e ingenuo (ingenuo sì, ma con un paio di avvertenze) ai limiti dell’umana sopportazione, che – durante le feste di Natale – raggiunge i suoi minimi storici.
La storia si articola in sessanta pagine rade, ma non è questo il problema. Anzi! Questo sarebbe un pregio, in un’età ove l’inchiostro ingrossa fiumi di letteratura più impetuosi dei corsi d’acqua tracciati sulle cartine geografiche.
Il racconto fornisce una risposta alla domanda: cosa si cela dietro alla “casa coperta di teli” e dai “comignoli fumanti”? “Chi erano quei due vecchi? Cosa c’era nei loro occhi? E loro, che cosa vedevano in lui?”
Ai quesiti e alla curiosità dei lettori risponde un uomo di successo, un industriale che ha saputo sopravvivere alla concorrenza cinese che si è impossessata dell’industria tessile toscana. “Se vuole entrare in questa casa, c’è un solo modo: deve prima attraversare a piedi i sette ponti.”
L’allegoria del percorso è duplice.
Innanzitutto vi è il ricordo e la presa di coscienza dinnanzi a un’altra domanda: “A che serve il lusso?”.
La seconda allegoria, be’, la lascio a voi.
Io, come lettore, ho constatato che nel libro c’è uno spot a “Storia della mia gente” di Edoardo Nesi. E mi sono anche chiesto come mai una storia di sessanta pagine rarefatte non è stata inclusa nella pressoché coeva raccolta di racconti (“Venti racconti allegri e uno triste”) dello stesso Corona.
Bruno Elpis
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