Le recensioni di Bruno Elpis
La doppia vita dei numeri di Erri De Luca (Malgradopoi)
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- Scritto da Bruno Elpis
Quello di Erri De Luca è un testo teatrale nel quale a me piace intravvedere una lettura napoletana dei “sei personaggi” di Pirandello.
Nell’opera del drammaturgo siciliano, i personaggi sono: il padre, la madre, il figlio, la figliastra, il giovinetto, la bambina.
Ne “La doppia vita dei numeri” i personaggi sono LEI (la figlia), LUI (il figlio), il padre e la madre (defunti), Italia (la domestica passata a miglior vita) e … Napoli. Perché la città è protagonista: con la sua atmosfera rionale, la sua voglia di esplodere nella notte di San Silvestro, la sua tradizione cabalistica dei numeri.
La rappresentazione si svolge nell’appartamento di LEI, che ha invitato il fratello per trascorrere insieme la notte della vigilia di Capodanno. Giocando a tombola... con i genitori morti.
LUI è uno scrittore e – combinazione! – sta scrivendo una commedia intitolata “La notte di san Silvestro”.
LEI chiede: “Stai scrivendo una commedia su noi due stasera? Ma ‘nu poco ‘e fantasia non ti raggiunge mai? E inventala una storia, una volta almeno nella vita”.
Hanno un diverso atteggiamento verso Napoli: LUI: “Non ci ho mai pensato se voglio bene a Napoli. Come chiedermi se voglio bene alle mie unghie, ai capelli”. LEI: “Io voglio bene assai a Napoli. Quando scendo la mattina a fare la spesa me l’abbraccio con gli occhi”.
I genitori trapassati si manifestano, non visti dai figli, e lo svolgimento del gioco avviene all’insegna della libera associazioni di numeri e interpretazione dei numeri, nella migliore tradizione napoletana. In questa simbologia dei numeri dice la MAMMA: “Crede che noi abbiamo il potere di fare uscire i numeri. I numeri siamo noi e veniamo estratti ogni volta che uno si ricorda di noi e ci nomina”.
Nel gioco delle sospensioni, dei misteri, delle manifestazioni e delle evocazioni “LUI lentamente comincia a vederli apparire. Si stropiccia gli occhi, poi ne apre uno, lo chiude e prova con l’altro. Li riconosce. Sulla sua faccia si spalanca lo stupore, poi la commozione.”
L’opera è un po’ criptica e lascia una sensazione di mistero. Forse occorrerebbe vederla recitata per apprezzarne maggiormente significato e spessore. Ma è un modo per vedere in un’altra veste uno degli scrittori più rappresentativi della letteratura italiana dei nostri giorni.
Bruno Elpis
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