Le recensioni di Bruno Elpis
Borgo Propizio di Loredana Limone, romanzo vincitore categoria esordienti del “Premio Letterario Federico Fellini”
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- Scritto da Bruno Elpis
Come ogni cosa bella (“La strada che conduceva a Borgo Propizio girava intorno alla collina tra alberi e vigneti. In novembre … era un tripudio delle stupende, calde tonalità autunnali …”), anche il “Borgo Propizio” di Loredana Limone in sé reca uno, forse due, anzi tre germi.
Il primo è lo spopolamento: “… un borgo decaduto. Tra un po’ sarebbe diventato un paese di anziani, per non dire di vecchi. E di fantasmi.”
Il secondo è il pettegolezzo: “Era questo che odiava del borgo. Perciò, dopo la dipartita della madre, era stato necessario allontanare le pettegole del paese.”
Il terzo tarlo è la superstizione. Che fiorisce sulla figura di un ciabattino zoppo, morto tragicamente e in circostanze oscure. E di fronte alla quale, con la protagonista Belinda, anche noi esclamiamo: “Non dirmi che credi ai fantasmi!” Anche se “in paese si diceva che quei muri portassero sfortuna per una vecchia leggenda, o forse un episodio realmente accaduto.”
Anzi, adesso che ci penso meglio, ai tre germi si aggiunge anche un altro mistero: quello delle “mattonelle fantasma” con le mucche dipinte, misteriosamente sparite.
Dunque, se per il suo fascino e la sua bellezza Borgo Propizio sembra fuoriuscito (come Apricale, Corinaldo o Talamone, ma fortunatamente in Italia abbiamo soltanto l’imbarazzo della scelta) dalla ‘Guida ai più bei borghi d’Italia’, il libro che descrive il borgo si caratterizza per versatilità espressiva e faceto umorismo.
I personaggi
Mariolina è impiegata comunale all’ufficio tributi: dunque, di questi tempi, dovremmo indirizzare a lei i nostri reclami per l’IMU … Sembra destinata alla vita da zitella, ma – in zona Cesarini – coglie al volo l’opportunità che le offre Ruggero. E, grazie a lui, perde la sua verginità: “Nooo – disse con voce arrochita, giurando solennemente a se stessa che mai più avrebbe permesso a polvere, ragnatele o terriccio di riformarsi nelle sue parti intime.”
Ruggero è artigiano edile. Parla coniugando il condizionale nella protasi del periodo ipotetico e infarcendo di strafalcioni i suoi discorsi (“è stato tutto un quiquoquo”). Nonostante ciò, potrebbe “creare mosaici e bassorilievi, costruire cattedrali e grattacieli, altro che ristrutturare negozietti.”
Belinda ha avuto un’idea: “Forse perché la madre l’aveva tenuta al seno fin quasi ai due anni, Belinda era sempre stata ghiottissima di latte …” Al punto che – dopo “la laurea in Scienza della Produzione e Trasformazione del latte, e il tirocinio presso il laboratorio di ricerca della facoltà” - decide di aprire una latteria nel Borgo Propizio. Nonostante il monito: “Ricorda che le due o tre persone che avevano rilevato il negozio prima di te hanno dovuto chiudere.”
Tra i personaggi c’è anche lui, G.M., l’innominato Gran Musicante (“Del Gran Musicante se n’era sempre e solo parlato: non si era mai andati oltre all’averlo visto ai concerti”), la cui identità non è poi tanto sibillina, così legata al nome della bella Belinda e a quello della latteria "Fatti mandare dalla mamma”… Avete capito di chi parliamo?
Intorno ai protagonisti agiscono: Marietta, sorella parimenti zitella di Mariolina, Claudia e l’avvocato Cesare, genitori di Belinda dalle alterne vicende coniugali, l’esuberante zia Letizia e tutta una serie di personaggi di paese …
Anello, tesoro e opere d’arte
Ruggero regala alla sua neo-fidanzata un anello antico, trovato durante la ristrutturazione del negozio insieme alla … mappa di un tesoro! “Questo gioiello è un opera d’arte!”
“… L’originalità di questo rubino è che, come vedete, contiene un ritratto d’uomo. Il ritratto più piccolo del mondo.”
“Risale al milleseicento ed è stato ripreso dal quadro di un importante pittore fiammingo.”
“Il quadro s’intitolava ‘Ritratto di donna’, risaliva al 1435 ed era stato dipinto da un maestro fiammingo … il pittore era Robert Campin; la giovane anonima, la sua amante.”
“Era tipico dell’artista nascondere particolari nei particolari …”
All’anello del dipinto si era ispirato un epigono: un sultano ottomano che commissionò la realizzazione di un tesoro in gioielli.
Se queste sono le premesse, il finale è spumeggiante tra fiori d’arancio, regali, ricongiungimenti familiari e … soluzione di tutti gli enigmi.
Il romanzo di Loredana è delizioso, umoristico, godibilissimo. Anzi: propizio!
E carico d’immagini – di nostalgia e al tempo spesso di speranza - che si stampano davanti ai nostri occhi: “stava nascendo una latteria che più pop non si può …” “… con tanto di juke box”. “Fu un nuovo inizio per il paese che pian piano risorse a nuova vita…” Perché Borgo Propizio è “metafora dell’amore, delle paure, dei fantasmi, dei tesori nascosti e non che tutti possiedono, metafora della vita stessa …”
Alla mia mente abituata a collazionare e riscontrare analogie, “Borgo Propizio” ha ricordato i romanzi di Andrea Vitali: per l’ambientazione paesana e per la caratterizzazione dei personaggi. Ma anche per il sorriso che, dalla prima all’ultima pagina, ha accompagnato la lettura di …
… Bruno Elpis
Dal comunicato stampa relativo al premio:
Prima edizione del Premio Letterario “Federico Fellini”. Vince “Leonie” di Sveva Casati Modignani
Menzione speciale per “Borgo Propizio” di Loredana Limone
Grande successo di partecipazione per la prima edizione del Premio Letterario “Federico Fellini”, nato per iniziativa del Comitato per la Promozione dell'Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Como, con l'obiettivo di valorizzare e promuovere il ruolo della donna nella società moderna anche attraverso il sostegno delle autrici nazionali garantendo il riconoscimento delle loro opere.
Al Premio potevano partecipare le autrici italiane che nei loro testi sono riuscite ad interpretare al meglio l'aspetto della creatività onirico-immaginaria, la sensibilità psicologica, la creatività e talvolta la crudezza che ispirarono il lavoro di Fellini.
La Giuria – composta da Luisa Ciuni (presidente), redattore capo Cultura e Spettacoli de Il Giorno e presidente del Premio Hemingway, Ornella Gambarotto, presidente del Comitato per la Promozione dell'Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Como, Paolo Fabbri, presidente della Fondazione Federico Fellini, Diego Minonzio, direttore del quotidiano La Provincia, Andrea Vitali, scrittore, Nicoletta Sipos, scrittrice, Elena Mora, scrittrice e redattore capo centrale del settimanale Diva e Donna, Serena Brivio, giornalista di costume – ha designato la vincitrice del riconoscimento.
Il premio è stato assegnato alla scrittrice Sveva Casati Modignani che partecipava con il libro Leonie (ed. Sperling & Kupfer)...
La giuria ha inoltre assegnato una menzione speciale alla scrittrice esordiente Loredana Limone con il libro Borgo Propizio (ed. Guanda) poiché, apprezzando molto il volume, ha deciso di lodarne l’impegno e lo stile con l’auspicio che il premio possa esserle di stimolo a proseguire nell’attività letteraria.
La cerimonia di premiazione si terrà il prossimo 17 novembre alle ore 18:30 presso Villa del Grumello...