Le recensioni di Bruno Elpis
La foresta in fiore di Yukio Mishima (i-libri)
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- Scritto da Bruno Elpis
La foresta in fiore è il titolo del primo dei cinque racconti scritti da Yukio Mishimain giovane età (diciassette anni), nella sua cosiddetta fase romantica.
Lo spirito degli antenati e dell’identità familiare delle radici anima “La foresta in fiore”: un racconto che fonde ricordi (“Alle orecchie di un bambino che non riusciva a prendere sonno spaventato dalle intricate venature delle assi del soffitto, quel fischio… risuonava piuttosto come una dolce e sconosciuta melodia”), paure (“Dietro a uno degli angoli si nascondeva sicuramente la malattia”) e angosce infantili (“Quelle impronte digitali mi ricordavano le venature del legno del soffitto che non mi facevano dormire, i geroglifici che la malattia abitualmente usa”), che affiorano dalle immagini (“La nebbia d’autunno passava attraverso il cancello posteriore simile a un branco di bianchi animali”) e dalle rappresentazioni (“Un tram senza passeggeri né conducente arrivava da una grande strada luminosa di un antico mondo sconosciuto – la luce abbagliante sembrava versata da un secchio…”) insieme ai desideri (“Io so dove sono nascosti i miei desideri. Essi sono come un fiume che scorre veloce, qualsiasi punto della sua corrente muta di continuo”) e alle intuizioni (“Gli esseri umani possono avere per un attimo la percezione totale delle cose”) artistiche (“La sua vita interiore sembrava essersi esaurita, e per l’usignolo notturno del desiderio le occasioni di cantare erano diventate davvero poche”) dell’adolescente Mishima.
“Otto e Maya” descrive una relazione nella quale l’amore è indissolubilmente legato al senso della morte (“Forse la vera vita nasce solo dal fortissimo legame delle morti”) in una concezione dell’esistenza (“L’assenza è un angelo. L’esistenza è un angelo disceso dal cielo, cui hanno tarpato le ali”) che risente della spiritualità orientale (“Sin da piccolo credeva a quel misterioso gioco chiamato il nascondino degli spiriti, tramite il quale gli oggetti scomparsi sono recapitati a un morto che ne ha bisogno”) e di una sensibilità (“Nella sua missiva Otto le parlò dei suoi sogni”) immersa nella fase romantica (“E fra quelle nuvole cariche di seducenti colori, in una luce grave e ipnotica, si vedeva il mesto sole calante stillare lentamente le sue gocce di cinabro”) e precoce della poetica (“Quel viso gli ricordava le regine della carte da gioco, adorne di antichi arabeschi”).
“La luna sull’acqua” è un racconto epistolare ove il rapporto tra narratore, moglie, amante e un generale assume toni ambigui e ombreggiati (“Dentro di noi fluttuano le passioni diaboliche… come la luna sull’acqua che scivola leggera seguendo le onde”).
“A futura memoria”, un racconto dalla struttura evocativa (“Lo scrittore suddivide il racconto usando i primi ventisette segni grafici dell’antico alfabeto giapponese, ideato nell’epoca Heian, 794-1186)”, narra una storia d’amore ai tempi in cui i Taira vengono scalzati dai Minamoto, inducendo dolore (“L’isola del dolore… svanisce senza lasciare traccia alcuna non appena gli uomini la riconoscono”) in uno scrittore così legato alla tradizione imperiale da riviverne le minacce anche antiche (“L’ultimo sguardo alla primavera della capitale”).
Anticipato da un sogno della nutrice (“Colei che diventerà la sposa di Haruie è una creatura di rara grazia designata già dalla sua vita precedente”) un giovane bellissimo, figlio del guerriero Nobuie (“Era nota a tutti la sua abilità poetica, era chiamato il guerriero aristocratico”) ormai a riposo (“Quelle pene erano un nemico che non poteva distruggere con la precisione del suo arco… ormai il bersaglio delle frecce di Nobuie erano solo quei fiori”), condivide con il compagno Akitsune l’amore per Yamabuki (“Certo che diventerà un incendio, ogni vero amore lo diventa”). I casi della vita separano i tre protagonisti lungo linee destinate prima o poi a intersecarsi nuovamente (“In lontananza le onde dell’oceano ruotavano all’infinito come spole, mormoravano le loro creste afflitte”).
L’ultimo racconto, “Diario di preghiere”, è un’analisi dell’evoluzione sentimentale di un rapporto che transita dall’infanzia all’adolescenza.
Nonostante la verde età dello scrittore, i racconti non sono di facile lettura e contengono tutti i semi della complessità artistica e sensitiva di Mishima: fatta di amore per la tradizione e per la cultura giapponese, ossessionata dal pericolo della sua fine…
Bruno Elpis