Le recensioni di Bruno Elpis
L’innocenza delle caramelle di Tennessee Williams (i-libri)
- Dettagli
- Categoria: Recensioni
- Scritto da Bruno Elpis
La raccolta di racconti intitolata “L’innocenza delle caramelle” consente di scoprire la dimensione più narrativa di Tennessee Williams, generalmente conosciuto come drammaturgo di opere acclamate come “La gatta sul tetto che scotta”, “Un tram che si chiama Desiderio”, “Zoo di vetro” e “La rosa tatuata”.
Nella raccolta si trovano racconti che alludono a queste opere famose: così “La notte dell’iguana”, che ha la stessa location (il Costa Verde nei pressi di Acapulco, ove si celebrano riti pagani di erotismo e carnivore consuetudini tribali), ma è diverso per trama dall’omonima opera teatrale che fu anche trasposta al cinema; così i protagonisti di “Tre giocatori di un gioco estivo” hanno il nome dei personaggi de “La gatta sul tetto che scotta” e Brick è dedito all’alcool proprio come il personaggio poi interpretato da Paul Newman; così “Ritratto di ragazza in vetro” ha lo stesso plot di “Zoo di vetro”…
Per il resto, gli altri racconti rappresentano una novità anche per chi conosce la drammaturgia di Tennessee Williams e sono pregni delle atmosfere care all’artista: alberghi di second’ordine, cinematografi che celano nel buio storie torbide ed equivoche… storie che hanno per protagonisti scrittori, prostitute, eroi monchi come l’Apollo che dà il titolo al primo racconto e declinano l’estetica decadente (“Le parole sono una rete per catturare la bellezza”) di un’America demistificata.
Così “Il poeta” (“Il poeta si distillava da sé il liquore…”) non ha nulla di divino, ma è un artista originale che ricorre a qualche aiuto artificiale (“Allora il mondo cambiava colore come una bolla di sapone toccata da un raggio di luce e in lui montava e irrompeva una grande vitalità simile a un oceano sconfinato”) per realizzare la sua essenza (“Chiunque ama i giovani ama anche il mare”) a contatto con la natura (“Ancora e per l’ultima volta, l’oceano sconfinato montò e irruppe nelle sue vene, quello scarlatto oceano su cui galleggia il piroscafo a ruote che è l’esser vivi”) e con proseliti spontanei (“Pareva ci fosse fra loro in libertà un immenso cavallo a dondolo azzurro…”).
L’innocenza delle caramelle è un’innocenza oscura e ha il sapore di un’America diversa, collaterale, sempre insidiata dal pericolo del fallimento esistenziale.
Bruno Elpis