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Le recensioni di Bruno Elpis

Allegra – La figlia di Byron di Iris Origo (i-libri)

coverIris Origo, nel libello intitolato “Allegra – La figlia di Byron”, redige la biografia di Allegra, figlia illegittima che il poeta inglese ebbe da Claire (“L’unica figura capace di occupare il posto di Shelley nella sua immaginazione: Lord Byron. Certo nel soccombere al glamour della sua reputazione e alla leggenda dei suoi diabolici bellezza, spirito e fascino, Claire non era sola”). 

Claire è sorellastra della moglie di Shelley e vive nell’entourage di quest’ultimo. La prima parte del racconto descrive la fase nella quale i Shelley, Byron e Claire si frequentano e viaggiano per l’Europa.

Breve divagazione (peraltro nell’opera si accenna a questo evento): risale a questo periodo la celebre tappa a Villa Diodati, la casa sul lago di Ginevra, ove Byron e Polidori – il medico personale del poeta – incontrarono Mary Wollstonecraft, il futuro marito di Mary  (Percy Bysshe Shelley) e Claire Clairmont.

Nella villa, una sera, la comitiva lesse ad alta voce alcuni brani dall'antologia dell'orrore Fantasmagoriana. Poiché infuriava una tempesta, i cinque scrittori furono costretti a rimanere in casa e Byron propose una specie di gara: scrivere una storia di fantasmi, per passare il tempo sino alla sera successiva. Pare che così nacquero Frankenstein, scritto dalla Shelley, e Il vampiro di Polidori. 

Quando la figlia nasce, lord Byron ha già interrotto la sua relazione con Claire e insegue per l’Europa la propria fama di viveur e di gaudente (“Poco dopo seguì la sua nuova amante, la contessa Teresa Guiccioli, a Ravenna, lasciando Allegra a Venezia, nel pieno calore dell’estate”). Egoisticamente decide che la piccola, graziosissima Allegra lo raggiunga in Italia (“La manderò a prendere e la piazzerò in un convento veneziano perché diventi una brava cattolica, e (può darsi) una Monaca, personaggio che in certo senso manca nella nostra famiglia”).
Il ruolo di padre svolto da Byron risulta odioso nella lettura del libello: Allegra è considerata alla stregua di un vezzo personale, viene sempre affidata alla cura di terzi (“Accettò con gratitudine la proposta del console inglese e di sua moglie, che Allegra andasse a stare con loro”), infine rinchiusa in un collegio con un destino di suora che la sorte non le concederà: la bambina ben presto si ammala e muore.

Iris Origo, forse involontariamente, raffigura Lord Byron in modo impietoso. Leggendo questo saggio, molti avranno modo di convincersi che spesso gli artisti sono talmente egocentrici da vanificare le proprie doti naturali… 

Bruno Elpis 

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