Le recensioni di Bruno Elpis
Aspetta primavera, Bandini di John Fante (i-libri)
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- Categoria: Recensioni
- Scritto da Bruno Elpis
Aspetta primavera, Bandini è il primo dei quattro capitoli che John Fante dedica al suo alter ego Arturo Bandini.
In questa prima tappa, Arturo è l’adolescente figlio del muratore Svevo (“Faceva il muratore e la neve gelava la calce tra i mattoni che posava”), stereotipo dell’immigrato di origini abruzzesi impiantato con disagio nella realtà americana (“Anche da ragazzo, in Abruzzo detestava la neve… adesso viveva in America, nella città di Rocklin, Colorado”).
Particolarmente efficace è il ritratto dei conflitti che agitano il protagonista e la sua personalità in formazione, che avremo modo di osservare nel corso dell’intera saga.
Siano questi di natura religiosa (“Per andare all’inferno avrebbe dovuto commettere dei peccati mortali… Arturo era praticamente certo di non andare all’inferno … per due motivi: per la confessione e perché era velocissimo”), sentimentale (“Rosa era una ragazza molto studiosa, la prima della classe”) o sociale (“Di nome faceva Arturo, ma avrebbe preferito chiamarsi John. Di cognome faceva Bandini ma lui avrebbe preferito chiamarsi Jones. Suo padre e sua madre erano italiani ma lui avrebbe preferito essere americano. Suo padre faceva il muratore ma lui avrebbe preferito diventare il lanciatore dei Chicago Cubs”), tutti i contrasti convergono nella figura del ragazzo che assiste alle tensioni familiari di un nucleo (“Dormivano tutti nello stesso letto, Arturo di quattordici, August di dieci e Federico di otto anni”) perennemente alle prese con i problemi economici (“La casa non era pagata”), nella modesta casa ove scoppia il dramma del tradimento di Svevo ai danni di una moglie molto religiosa e completamente dipendente dalla forte figura del capofamiglia (“Sei un uomo in gamba, papà. Stai uccidendo mamma, ma sei magnifico. Tutti e due lo siamo. Perché un giorno farò anch’io così, e lei si chiamerà Rosa Pinelli”).
Unico romanzo della saga narrato in terza persona, chi lo legge ha la possibilità di sperimentare l’ironia potente (“Suor Celia… impose il silenzio. Il suo occhio di vetro, notarono, era ruotato considerevolmente, tanto che la pupilla era appena visibile… La monaca lo trafisse con l’occhio di vetro…”) di un autore destinato nel tempo a divenire oggetto di un vero e proprio culto.
Seppur considerata dalla critica l’opera meno matura di John Fante (“Sembra che la voce narrante non sappia decidersi, non sappia se raccontare il romanzo del figlio, o quello del padre”), “Aspetta primavera, Bandini” è un passaggio essenziale per comprendere la genesi del ciclo che racconta gli amori, i sogni e l’incontro-scontro con la realtà di uno degli eroi della letteratura contemporanea.
Bruno Elpis