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Racconti e poesie di Bruno Elpis

Il cielo stellato sopra di me

Il cielo stellato sopra di me” è un racconto scritto a quattro mani con Marina Paolucci ed è stato selezionato da Edizioni Ensemble per la terza edizione di “Racconti d’estate”.

 

Il cielo stellato sopra di me
di Marina Paolucci e Bruno Elpis

Ripongo gli abiti consumati nella sacca.
I ragazzi hanno parcheggiato le loro tavole da surf: le hanno addossante al muretto che cinge il faro.
Torre rovente che svetta nel sole, pinnacolo nell’azzurro incandescente dell’estate, il faro custodisce i sogni più romantici e avventurosi, che forse risalgono ai tempi in cui, da bambino, guardavo la serie TV de “I racconti del faro”. E mi sentivo guardiano, contrabbandiere e marinaio al tempo stesso.
Quanti anni son passati da allora. Quanti sogni son crollati. 

I giovani sono versatili: abbandonano le tavole che hanno cavalcato le onde nel mattino ventoso e in un attimo improvvisano un campo di calcio.
Due squadre nemiche gioiosamente si affrontano e il pallone rotola sulla spiaggia. Un tiro più vigoroso mi colpisce.
La radio spiaggia sta emanando le note di un sirtaki.
Fabio mi si avvicina per recuperare il pallone.
Ha un taglio scolpito, all’ultima moda.
Vedendo la mia zazzera selvaggia, penserà che aderisco alla corrente gipsy rispetto alle ultime tendenze decretate da sfilate ed eventi à la page:  ho un aspetto scarmigliato e la barba mi ombreggia il viso.
Lui non sa che il mio look è una necessità, da quando vivo sulla strada.
Fabio non realizza che sono un clochard e la conferma di quest’incomprensione giunge presto.
Probabilmente il ragazzo scorge nel mio sguardo lampi di gioventù e guizzi di vitalità, perché con un sorriso aperto e coinvolgente m’invita:
«Vuoi giocare anche tu? Ci manca un giocatore per pareggiare le squadre».
Mi è impossibile rifiutare.
Il richiamo dello sport e di una socialità abbandonata nel sottoscala della memoria è perentorio.
Ho appena il tempo di pensare che, senza abiti, le differenze si annullano ed eccomi qui, a riassaporare le gioie del gioco di squadra, che da alcuni anni ho dimenticato. Esattamente da quando ho deciso di vivere la mia dolorosa libertà in modo essenziale e scomodo. 

Nel pomeriggio di gioco riaffiorano sensazioni sopite, desideri inespressi e sogni razziati. Sapori di un passato che oggi vorrei affrontare diversamente.
Potessi tornare indietro…
Ma forse chissà, è troppo tardi.
Intanto il tempo del divertimento vola via e noi già ci salutiamo.
La partita è finita in parità. Come sempre, abbiamo demandato all’ultimo goal la responsabilità di designare il vincitore: chi segna l’ultima rete, è il campione!
Il sole ha percorso la sua ripetitiva traiettoria, scendendo dallo zenith, in un tuffo lento sino al tramonto. Nell’ultimo tratto del percorso, trafigge il lucernario: il faro presto accenderà la sua fiamma, che dovrà sventrare tenebre e misteri notturni. 

Ci salutiamo.
E' un addio.
Non ci diamo appuntamento all’indomani. O meglio, recitiamo la formula riassuntiva del “ci si vede”.
Fabio e i suoi amici ritornano nelle camere di alberghi dall’atmosfera esotica e nei bungalow di residence dai nomi marinari o pirateschi: “Ippocampo”, “Malindi resort”, “Le conchiglie”, “Hotel La Playa”, “Il Bucaniere”…
Io rimango ancora solo, mentre il sole effonde fasci di raggi obliqui e il disco perfetto arrossa l’orizzonte, stilizzandolo in una linea nella quale non si rappresenta il mio dramma. 

Anche questa notte la spiaggia sarà il mio giaciglio.
Il cielo stellato sarà il mio soffitto.
Senza tetto: in fondo non lo sono! In questi giorni godo della copertura più pregiata e protettiva che vi sia.
Almeno per il tempo di una vacanza, nella quale i gabbiani intrecciano voli sul mio capo e creature acquatiche si materializzano a tenermi compagnia, sono re delle mie notti.
Sulla testa porto un diadema di stelle.
Il firmamento dei miei sogni infranti si sparpaglia in una pioggia che precipita sul mare.
Nel buio illuminato dalla luna, il mare amico mi sussurrerà i suoi segreti, che diverranno miei, e saprà consolarmi, restituendomi ricordi polverizzati come frammenti di conchiglie…