Le interviste di Bruno Elpis
Intervista a Gaia Conventi: “Confidenze tra blogger”
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- Scritto da Bruno Elpis
La prima parte dell’intervista la trovate a questo link.
Qui pubblichiamo la SECONDA PUNTATA.
1. In Giramenti premetti: “Questo è un blog cattivo che non fa sconti di fine stagione”. E aggiungi: “Le stroncature sono il nostro pane”. Secondo te quanto ha influito un esempio come Sgarbi sulla nostra (plurale maiestatis, il conflitto mi fa soffrire) propensione alla vis polemica?
L'uomo è polemico, poi lo si tira dritto insegnandogli la buona creanza. Giramenti non ha preso niente da Sgarbi, il blog deve il suo essere caustico ai commentatori – sempre fantastici e adatti all'occasione – e ai miei post. Cattivi ma meditati. Non sparo mai nel mucchio, mi reputo dotata di buona mira.
E poi, su, diciamolo: alla gente piace scovare un po' di sana polemica sul web. Ma deve essere fatta con garbo... e senza sgarbi.
2. Sempre in Giramenti leggiamo: “Qui si fa la satira, la peggiore, ché la migliore la lasciamo a quelli bravi”. Quali sono gli autori satirici che ammiri? Ti piacciono le vignette di Forattini e di Giannelli? E gli sketch di Crozza? Come nasce la tua inclinazione alla satira?
Mi piace la satira che non fa sconti, quella che non prevede amici e parenti. I miei autori preferiti? Sono gli amici blogger con cui condivido molte battaglie, e tutte da ridere. Fuori i nomi, fuori i nomi! Mario Borghi e la sua bettola http://stranoforte.weebly.com/, Obbrobbriohttp://obbrobbrio.blogspot.it/, Alberto Forni di Fascetta Nerahttp://fascettanera.blogspot.it/, Alessandro Madeddu di Frottolehttp://alomadeddu.blogspot.it/, Luca Fadda di Notizzie (che non ne parlano ness'uno) http://notizziechenonneparlano.wordpress.com/ e molti altri blog che stanno sulla colonna di destra di Giramenti.
La mia inclinazione alla satira nasce dopo una gestazione classica, ha fatto tutto mia madre. Caustica fin da bambina, la mia linguaccia ha da sempre rimediato alle mie misure da nano da giardino.
3. Secondo te un blog, per essere interessante, deve…
Deve dire le cose come stanno, qualunque argomento abbia scelto di trattare. Poche pippe, amici cari, io la penso così e non ho alcun problema a farvelo sapere. Poi, se volete, ne parliamo. Ci azzuffiamo, se è il caso. Ma guai a fare sconti, mai scendere a patti e mai fare il paraculo. L'onestà intellettuale non la si baratta con niente, nessuno ha mai detto che fare il blogger sia una passeggiata.
4. Ti sei mai scontrata con altri blogger? Per quale motivo? In caso affermativo, poi, hai fatto anche la pace (o per lo meno hai firmato un armistizio)?
Mesi fa un blogger mi contattò per farmi sapere che novanta colleghi avevano deciso di testare sul campo la propria influenza: spingendo tutti lo stesso libro. Volevano capire se le vendite ne avrebbero tratto un evidente beneficio, ovviamente a spese dei loro utenti, usati come cavie da laboratorio. Inutile dire che parlai online della vicenda e ne nacque una guerra.
Certo bisogna essere matti per tirarsi contro novanta blogger, puoi farlo solo se sai d'avere le spalle buone e commentatori che non la mandano a dire. Io ho entrambe queste fortune. Armistizio? Non saprei, sono semplicemente passata ad altro. Il web corre veloce. Ma non scorda niente.
5. Cosa pensi della fioritura virtuale dei blog? Ci troviamo di fronte alla democrazia del web, all’anarchia più bieca o siamo semplicemente in una jungla nella quale le opinioni più originali vengono annacquate?
I blog nascono e muoiono, niente e nessuno ruba spazio agli altri. Ciò che sopravvive lo fa perché il blogger sa cosa combina e dove vuole arrivare. I migliori, e i più testoni, restano online più a lungo. Selezione naturale, tutto qui.
Gestire un blog non è da tutti, occorre un buon motivo per spenderci del tempo. Avere un buon seguito di commentatori è il motivo migliore, a quel punto il blog diventa un appuntamento quotidiano, un salotto dove poggiare i piedi sul tavolino, aprire una birra coi denti e chiedere “Ehi, raga, come butta?”. Lo spirito di Giramenti sta tutto qui, niente di troppo complicato.
6. Da qualche parte ho letto che preferisci non commentare le persone che stimi e alle quali vuoi bene…
È così, ed è così perché sono troppo pigra per mentire. Se leggo un libro e il libro mi fa schifo, dirò che fa schifo anche se l'autore è il mio gemello buono (quello cattivo sono io, non ci piove). Che fare, quindi? Meglio mettere il libro sulla mensola e spolverarlo con tanto affetto. Gli amici lo sanno e sanno che lo faccio per il loro bene. Non ho mai detto che frequentarmi sia semplice. Io, potendo, mi eviterei.
7. Quanto legge Gaia Conventi per gestire il suo blog? Quali sono le letture preferite?
Leggo tanto e leggo sempre, di tutto. Il blog richiede di scandagliare il web alla ricerca di notizie fresche, soprattutto fesserie spacciate per vere e gossip editoriale da sciampiste. Tutta roba altamente intellettuale, compresi i quesiti di Yahoo Answers.
Poi, quando per un attimo smetto di fare “il grande capo augh”, mi dedico nuovamente alla lettura, ma di roba differente. Dai gialli ai saggi strambi, e per strambi intendo la storia delle parolacce o quella degli errori in battaglia. Leggo e ne parlo, ovviamente sul blog. Difatti, tanto per risultare chiari, divido i miei consigli librari in “libri sì” e “libri no”. Lo dicevo che mentire è una faticaccia.
8. Ma è più pericoloso un editore a pagamento o un autore che ti chiede l’amicizia su FB e, un secondo dopo, fa la questua per una recensione del suo libro?
Gli editori a pagamento non sono pericolosi, se li riconosci li schivi alla svelta. Ma s'impara a riconoscere anche il tizio che su Facebook ti si accosta solo per chiederti un favore. E se c'è una cosa che davvero non mi spiego è perché il primo che passa voglia una recensione proprio da me. Mi sa che non si è fatto un giro sul mio blog...
9. Siamo arrivati al gioco della torre (vedi successive domande n. 10, 11, 12, 13 e 14). Ma ti voglio rassicurare: sotto la torre abbiamo messo una rete di protezione, tipo circo, così chi precipita per effetto della tua spinta non si farà alcun male…
Peccato, sono per le soluzioni definitive.
10. Devi sempre rispondere con una breve motivazione: da emiliana, chi tieni sulla torre, Vasco Rossi o Ligabue?
Da emiliana butterei entrambi, hanno fatto il loro tempo e hanno esaurito gli argomenti. Allungare il brodo è così triste...
11. Da donna, butti Madonna, Lady Gaga o Miley Cyrus? (Qui è possibile disfarsi di tutt’e tre in un colpo solo!)
Tre furbone, stancanti nel loro essere sopra le righe. Le buttiamo giù e vediamo se le tre facce di tolla resistono all'urto.
12. Da autrice, precipiti l’editore a pagamento o lo scrittore in cerca di recensione dei quali abbiamo parlato alla domanda n. 8?
Tenendo presente che il selfpublishing caccerà l'EAP a pedate, mi accontento di spingere giù l'autore molesto. Ciao, buon viaggio!
13. Da persona interessata alla cultura locale, scegli la provincia descritta da Andrea Vitali (Como) o quella descritta da Andrea Camilleri (Ragusa)?
Andrea Vitali si va spegnendo per l'usura e Camilleri non lo sopporto. E adesso come la mettiamo?
14. Da scrittrice di gialli, scegli la Bari di Carofiglio, la Napoli di De Giovanni o la Firenze di Vichi?
E fammi salvare la Milano di Pinketts, su!
15. Adesso spendiamo due parole (ammesso che bastino, le due parole) sull’egocentrismo dello scrittore, affermato o emergente che sia…
Lo scrittore è egocentrico per natura, lui scrive e pretende d'essere letto. Persino quando ha dieci anni e tiene un diario segreto, stai pur certo che lo lascerà in giro. Così la mamma dello scrittore farà il resto: be' mo cum l'è brav al miè putìn! Ovviamente il bambino è bravissimo, sarà un autore grandioso e mamma e zie fanno il tifo per lui. Manca solo babbino caro a pagargli la prima pubblicazione per completare la tragedia.
Sempre così? No, non sempre, ma succede spesso. E poi ci sono pure gli scrittori che meritano il successo ottenuto, restano degli egocentrici ma li si scusa volentieri. E io? Sono egocentrica come tutti gli altri, mi salva la satira: mi perculo senza pietà, tanto per fare pratica.
16. Che consiglio daresti a chi non si accorge di quanto antiestetica sia l’autoreferenzialità?
Concediti una sola occasione al giorno per parlare dei tuoi libri. Levati il pensiero di prima mattina. Levaci il problema prima delle otto. Amen.
17. Secondo te cosa rende “virale” sul web una fotografia, uno slogan, un’opinione o un personaggio?
Dev'essere qualcosa d'immediato, senza filtri. Ti arriva addosso come un tir. Bello o brutto che sia, il virale cavalca l'onda del momento. Poi sparisce. Come l'influenza di stagione.
18. In mezzo alle mie divagazioni frivole, ho trascurato qualcosa d’importante di cui Gaia vorrebbe parlare?
Se vuoi possiamo parlare del meteo, solitamente mette d'accordo tutti. O quasi.
Firmato: Gaia Conventi & Bruno Elpis
Ringraziamo Gaia Conventi per la simpatia e la disponibilità che ha dimostrato rispondendo alle nostre domande.
http://www.malgradopoi.it/costume-e-societa/intervista-a-gaia-conventi-confidenze-tra-blogger