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Le interviste di Bruno Elpis

Intervista a Loredana Limone

Loredana LimoneA noi, Loredana, la puoi dire la verità… Terremo il segreto, esattamente come fanno gli abitanti del paese scaturito dalla tua fantasia! Borgo Propizio è…
Mumble… mumble…

Troveremo Borgo Propizio nella prossima guida ai borghi più belli d’Italia?
Credo proprio di sì, perché questo romanzo avrà un sequel in cui sembrerà lontano anni luce il borgo decaduto con la pavimentazione ballerina, le botteghe chiuse e la fontana che non sapeva più zampillare. Grazie a una nuova giunta che, a differenza della precedente, sarà attivissima e avrà apportato importanti migliorie al paese, tra cui il recupero conservativo del Castelluccio, diventato museo medievale e meta di turisti da ogni dove, tre anni dopo Borgo Propizio sarà più che rinato... Risuscitato! Vuoi che non lo inseriscano?

 

Qual è la tua personale classifica dei borghi più belli d’Italia?
Li adoro tutti, però – sperando di non fare uno sgarbo a nessuno e forse per l’aria dantesca (il leggio di Paolo e Francesca è ancora intatto) - direi Gradara. E mi hai carpito la risposta alla prima domanda!

Com’è nata l’idea del romanzo?
Evidentemente la storia era dentro di me e premeva per uscire, ancorché io non ne fossi consapevole; lo scrittore può ben poco di fronte alla furia della narrazione. L’occasione di scriverlo si è data quando, in un periodo molto problematico e doloroso, ho sentito l’esigenza di scappare dalla mia vita e mi sono rifugiata a Borgo Propizio. A volte i lettori mi dicono che è un romanzo che dona spensieratezza; ne sono contenta perché significa che ho fatto centro: per me (e lo sapevo), ma anche per gli altri.

Per i personaggi ti sei ispirata a persone reali o piuttosto a ‘macchiette’’?
Forse il termine “macchietta” nell’accezione comune riporta a dei cliché, a delle caricature. Spero che il popolo di Borgo Propizio non appaia così. Direi che, più che a persone, mi sono ispirata a situazioni, mettendoci dentro i miei sentimenti e qualche mia esperienza di vita. Ovvio poi che all’inizio c’erano personaggi con connotati di persone reali, ma pian piano ognuno ha assunto delle connotazioni sue personali.

Quanto influisce il tuo essere napoletana sui colori della tua scrittura? E sulla tua ironia?
Bella domanda! La mia agente dice che influisce, ma io non saprei. È difficile dirlo “dall’interno”. Ho sposato un meneghino e vivo a Milano da diversi anni: migrazioni con mescolanze del genere comportano il non appartenere più a nessuna terra e vivere in un limbo. Che pure è una buona cosa. Di certo, l’allegria della parola è di mia madre che rivive in quello che scrivo; l’ironia invece… avendo vissuto più di quanto non mi resti da vivere ho imparato a condire le cose con l’umorismo.

Cosa ne pensi del fatto che il tuo romanzo mi abbia ricordato – per humour, caratterizzazione dei personaggi e ambientazione paesana – alcuni romanzi di Andrea Vitali?
Non sei l’unico, Bruno, e come gli altri sei molto generoso nei miei confronti. Diciamo che potrei ricordare Vitali come un pugno di sabbia potrebbe ricordare una spiaggia sconfinata. Tuttavia Vitali è tra i miei scrittori preferiti e ho letto pressoché tutto di lui, ma per un motivo molto semplice: mi riconcilia con la vita. Spero di incontrarlo un giorno e potergli dire “grazie di esistere”. Sono certa che pochissimi non lo conoscano ancora, e a quei pochissimi dico di provare per credere. Che siate nervosi, arrabbiati, depressi, eccetera, i libri di Andrea Vitali sono una panacea.

Ci vuoi parlare delle tue precedenti esperienze di scrittura? Hai scritto libri gastronomici perché sei un’abile cuoca?
Posso essere sincera senza che ciò mi si rivolti contro e senza che tu ti aspetti di essere invitato a cena, nonché di mangiare bene? Ho scritto libri gastronomici per imparare a cucinare: scrivevo e testavo le ricette. Sui risultati preferirei sorvolare, se non ti dispiace. In realtà quei testi erano letterario-gastronomici e in essi analizzavo sotto l’aspetto culinario personaggi e luoghi di mio interesse (Cristoforo Colombo, Matilde Serao, le cascine). Ne ho pubblicati diversi perché, pur rientrando in una nicchia, costituiscono una nicchia costante. Ed era (abbastanza) facile farsi pubblicare e ritrovarsi sugli scaffali delle librerie.

E i libri per bambini?
Ho sfruttato mio figlio, ebbene sì, lo confesso. Ho scritto libri costruiti su di lui, osservandolo crescere, carpendo le sue espressioni e i suoi gesti, utilizzando i suoi giochi, copiandogli i desideri. Perfino facendomi aiutare da lui. Per fortuna ora ha 17 anni e non corro più il rischio che mi denunci al Telefono Azzurro.

Ho letto che conduci il laboratorio di scrittura creativa “Sapori letterari”. Di che cosa si tratta?
Più che un laboratorio di scrittura creativa gastronomica, “Sapori letterari” è un luogo di incontri stuzzicanti dove si condivide una passione, dove si sazia la mente e si appaga lo spirito, dove si scrive, si legge, si chiosano libri e si degustano narrabili bontà. Ecco una “prova pratica”.

Qual è il profilo più ricorrente del frequentatore di un laboratorio di scrittura creativa? Sappi che non ammetto una risposta diplomatica …
Sai che sei un ragazzaccio terribile? SE lo faccio dalle tue parti, c’invito. Sicuramente si tratta di curiosi/curiose. Donne che vogliono riacquistare il proprio spazio e donne che vogliono ottimizzare il poco tempo libero, uomini che vogliono scrivere di ciò che cucinano e uomini che vogliono stupire.

E, a tuo avviso, qual è l’errore più ricorrente nell’aspirante scrittore?
Credere che la propria vita sia un romanzo.

Qual è stato il riscontro che hai ottenuto con questo tuo primo romanzo?
Io vivo in una bolla dove respiro magia e mi nutro di sogno, e tutto è bellissimo, avendo tanto sperato di fare il salto ed essere apprezzata da una casa editrice primaria. Tuttavia, se l’editore è contento anche dei numeri di Borgo Propizio, vuol dire che il riscontro è stato positivo. Personalmente mi beo quando ricevo commenti deliziosi tipo: “l’ho letto con il sorriso sulle labbra”, “lo sto leggendo piano perché non voglio che finisca”. Tuttavia Borgo Propizio è il mio secondo romanzo; il primo uscì qualche anno fa con una piccola casa editrice (non per questo gli voglio meno bene), la Foschi. S’intitola “Mosaici d’amore” e narra tre storie d’amore concatenate che attraversano il corso del secolo scorso, il nostro.

Borgo Propizio avrà un seguito? Stai già lavorando al prossimo romanzo?
Sì, il sequel di cui parlavo sopra è già stato consegnato ed è previsto uscire nel 2013. Sul sito della mia agente se ne può leggere la sinossi. Vi saranno gli stessi personaggi, ma anche di nuovi, e quelli che risultano minori nel primo hanno chiesto molto più spazio nel secondo. Quindi avremo un’attivissima Ornella, Marietta alla riscossa, il maresciallo Saltalamacchia in una duplice veste e… non posso aggiungere altro.

Anche con te voglio chiudere l’intervista con la domanda a piacere, alla quale dovrai anche rispondere. Possibilmente senza citare Marzullo!
E non posso usare quella di altre interviste, immagino! Mumble… mumble… senti questa: Ma, insomma, che cosa volevi dire con questo libro? Osa essere te stesso, e non sarà poi così dura.

Ringrazio Loredana Limone per la gentilezza e la simpatia con la quale ha interagito con …

… Bruno Elpis

http://www.malgradopoi.it/stampa/intervista-a-loredana-limone-vincitrice-del-qpremio-letterario-federico-felliniq